CARATTERISTICHE DEL MIELE
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Rarità: Prodotto in aree limitate (zone montane umide dell'Europa centro-orientale) dove la pianta cresce abbondante.
Colore: Ambrato scuro con riflessi rossastri.
Aroma: Intenso, balsamico, con note terrose e lievi sentori di canfora (dai lattoni sesquiterpenici).
Sapore: Complesso, maltato, con retrogusto amarognolo e leggera piccantezza.
Cristallizzazione: Lenta, tende a rimanere viscoso.
Proprietà (tradizionali e potenziali)
Respiratorie: Usato in alcune tradizioni per alleviare tosse e bronchiti (grazie a tracce di principi attivi volatili).
Digestive: Il sapore amaro stimola la secrezione gastrica.
Antiossidanti: Ricco di polifenoli (analisi preliminari).
Avvertenze
Allergeni: Contiene polline di Asteraceae, sconsigliato a soggetti allergici.
Uso moderato: L’elevato contenuto di fruttosio lo rende poco adatto a diabetici.
Curiosità
In Romania è chiamato "miere de padure" (miele di foresta) e usato come tonico invernale.
Le api visitano raramente i fiori di enula, preferendo altre Asteraceae più nettarifere (es. Cardo).
Nota: Le evidenze scientifiche sulle proprietà specifiche del miele di enula sono limitate, ma la composizione chimica suggerisce potenziali benefici analoghi a quelli della pianta.
Krell R. (1996) - "Value-added products from beekeeping" (FAO) Bogdanov S. (2009) - "Honey as a functional food" (Bee Product Science)
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USO ALIMENTARE
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1. Radice
Candita:
Le radici giovani, private della corteccia, vengono bollite e poi glassate con zucchero (tradizione francese e balcanica).
Usata come decorazione per dolci o digestivo dopo pasto.
Amaro-tonico:
Tagliata a pezzi e infusa in liquori (es. grappa o vino) per creare digestivi artigianali.
2. Foglie giovani
Insalate selvatiche:
Le foglie più tenere (raccolte in primavera) aggiunte in piccole quantità per un gusto amarognolo.
Zuppe e minestre:
Lessate brevemente come verdura (uso tradizionale in tempi di carestia).
3. Fiori
Decorazione commestibile:
Petali usati per guarnire piatti (sapore lievemente piccante).
Attenzione: Solo in piccole quantità per evitare irritazioni.
4. Birra aromatizzata
Storico: In passato, la radice era usata al posto del luppolo per aromatizzare birre rurali (Europa orientale).
Avvertenze
Moderazione: L’elevato contenuto di lattoni sesquiterpenici può causare nausea se consumato in eccesso.
Sconsigliato a bambini, donne in gravidanza o soggetti con gastrite.
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UTILE DA SAPERE
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DROGHE ATTIVE SUL FEGATO
Le varie patologie del fegato e della cistifellea portano a una insufficiente produzione o alterato rilascio di bile o alla formazione di calcoli nelle vie biliari oppure a una sofferenza delle cellule epatiche. Le droghe attive sui meccanismi biliari e sul fegato vengono chiamate
a) Coleretici, se producono un aumento del succo biliare e si suddividono in:- Coleretici veri, se aumentano la secrezione dei costituenti biliari (Carciofo, Curcuma, Combreto, Calendula, Melanzana, Enula, Tarassaco);- Idrocoleretici, se aumentano la secrezione del componente acquoso biliare aumentando la fluidità (Lavanda, Menta, Melissa, Timo).
b) Colaghoghi, se accelerano il deflusso dal fegato alla cistifellea o da questa nell'intestino e possono essere suddivise in:- Fluidificanti della bile, se accelerano il deflusso abbassandone la viscosità (Boldo);- Colecistocinetici, se aumentano l'escrezione della bile stimolando le contrazioni della cistifellea (Boldo, Carciofo, Rabarbaro, Tuorlo d'uovo, Olio d'oliva).
c) Protettivi o detossicanti del fegato, se contribuiscono a normalizzare la struttura delle biomembrane dell'epatocita, migliorandone la funzione (Cardo mariano, Melanzana, Rosmarino).
d) Preventivi della calcolisi biliare o epatica e da impiegarsi per l'espulsione di piccoli calcoli (microlitiasi).I calcoli possono formarsi nella cistifellea (calcolosi biliare colecistica) o, più raramente, nei condotti biliari (calcolosi biliare epatica). Il sintomo caratteristico è la colica prodotta dalle contrazioni attraverso le quali l'organismo tenta di eliminare il calcolo spingendolo nell'intestino. Le erbe utili ad azione colagoga-coleretica e fluidificante sono: Boldo, Combreto, Carciofo. Anche e soprattutto l'olio d'oliva, assunto a digiuno a dose di 1-4 cucchiai, è utile alla espulsione di piccoli calcoli. Attenzione, comunque a questo tipo di automedicazione perché in questa patologia, molto spesso è più utile non 'smuovere' il calcolo che potrebbe andare ad ostruire le vie biliari procurando una situazione risolvibile solo con trattamento chirurgico di urgenza.
[Tratto da: Marzio Pedretti "L'erborista moderno"]
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NOTE VARIE
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1. Origine del Nome
"Inula": Deriva dal greco "ineo" (purificare), per le proprietà detergenti tradizionalmente attribuite alla pianta.
"Helenium": Leggenda vuole che sia nata dalle lacrime di Elena di Troia, da cui il nome comune "Erba di Elena".
2. Usi Storici Straordinari
Antico Egitto: Usata nei profumi sacri e per imbalsamazioni (tracce trovate in tombe).
Medioevo Europeo:
Coltivata nei monasteri come rimedio per la peste (credenza nell’azione "purificatrice del sangue").
"Radice del Sole": Considerata magica, usata in incantesimi protettivi.
Rivoluzione Francese: I contadini la masticavano per sopprimere la fame durante le carestie.
3. Curiosità Scientifiche
Primo Antibiotico?: L’alantolattone (suo principio attivo) ha dimostrato in vitro attività antitubercolare, spiegando l’uso tradizionale contro la tisi.
Miele Raro: Le api evitano spesso i suoi fiori, rendendo il miele di enula una rarità (se prodotto, è molto amaro).
4. Leggende e Superstizioni
Scaccia-spiriti: In Serbia, si appendevano radici alle porte per tenere lontani i demoni.
Profezie amorose: Nel folklore gallese, gettarne i fiori nel fuoco prevedeva la fedeltà del partner.
5. Usi Insoliti
Tintura per stoffe: Le radici producono un pigmento blu-grigio usato per lane.
Repellente naturale: Le foglie essiccate tenevano lontane tarme e pulci dagli armadi.
Fonti:
Plinio il Vecchio - "Naturalis Historia" (I sec. d.C.) John Gerard - "The Herball" (1597) European Ethnobotany Archives (2018)
Una pianta tra magia, scienza e sopravvivenza, oggi quasi dimenticata!
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BIBLIOGRAFIA, WEBLIOGRAFIA E ARTICOLI SCIENTIFICI SUL WEB Barnes, J., Anderson, L. A., & Phillipson, J. D. (2007). Herbal medicines (3rd ed.). Pharmaceutical Press.
Chevallier, A. (2016). Encyclopedia of herbal medicine (3rd ed.). Dorling Kindersley.
Mills, S., & Bone, K. (2005). The essential guide to herbal safety. Churchill Livingstone. |
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