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    Scheda completa dell'erba

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SOIA
Glycine max (L.) Merr.

TOSSICITÀ: RELATIVA A QUANTO SPECIFICATO

LEGGERE LA SCHEDA IN TUTTE LE SUE SEZIONI PER UNA CORRETTA INFORMAZIONE SULLE PRECAUZIONI D'USO

CLASSIFICAZIONE

Dominio: Eukaryota (Con cellule dotate di nucleo)
Regno: Plantae
Sottoregno: Tracheobionta (Piante vascolari)
Superdivisione: Spermatophyta (Piante con semi)
Divisione: Angiospermae o Magnoliophyta (Piante con fiori)
Sottodivisione: ---
Classe: Magnoliopsida (Dicotiledoni)
Sottoclasse: Rosidae
Ordine: Fabales
Famiglia: Fabaceae
Sottofamiglia: Faboideae

NOMI POPOLARI E INTERNAZIONALI
.....espandi Soja, Soya, Soybean, Haba Soya, Sojabohne, Soya Bean, Fagiolo Di Soia, Fagiolo Della Cina, Chinese Soybean, Edamame (per I Baccelli Immaturi).

SINONIMI DEL NOME BOTANICO
.....espandi Soia Hispida Moench, Glycine Soja Hort., Glycine Soja (L.) Sieb. Et Zucc., Phaseolus Max L., Soja Max (L.) Piper, Glycine Soja (L.) Siebold & Zucc., Dolichos Soja L., Soja Hispida Moench, Glycine Hispida (Moench) Maxim., Phaseolus Hispida (Moench) Regel, Soja Viridis Savi, Glycine Viridis (Savi) Willd., Teramnus Edulis Siebold & Zucc.

DESCRIZIONE BOTANICA
PIANTA ERBACEA ANNUALE CON FUSTO ERETTO, RAMIFICATO E PUBESCENTE, ALTO FINO A 1 METRO. LE FOGLIE SONO ALTERNE, TRIFOGLIATE, CON LUNGHE STIPOLE ALLA BASE DEL PICCIOLO; LE FOGLIOLINE SONO OVATE O LANCEOLATE, DI COLORE VERDE E PUBESCENTI. I FIORI SONO PICCOLI, PAPILIONACEI, DI COLORE BIANCO, ROSA O VIOLETTO, RIUNITI IN BREVI RACEMI ASCELLARI. IL CALICE È TUBOLARE CON CINQUE DENTI. LA COROLLA HA UN VESSILLO LARGO, DUE ALI E UNA CARENA FORMATA DA DUE PETALI FUSI. GLI STAMI SONO DIECI, DIADELPHI (9 SALDATI PER I FILAMENTI E UNO LIBERO). L'OVARIO È SUPERO, UNILOCULARE, CON 2-5 OVULI, CHE MATURA IN UN LEGUME (BACCELLO) ALLUNGATO, PUBESCENTE, CONTENENTE 1-5 SEMI GLOBOSI O OVALI, DI COLORE VARIABILE DAL GIALLO AL VERDE, AL MARRONE O AL NERO, RICCHI DI PROTEINE E OLIO.

COLORI OSSERVATI NEI FIORI
________ BIANCO
________ FUCHSIA-CHIARO


HABITAT
Coltivata in un'ampia varietà di climi temperati caldi, subtropicali e tropicali. Originaria dell'Asia orientale, in particolare della Cina, la soia è oggi coltivata su vasta scala in tutto il mondo, specialmente in Nord e Sud America, Asia e Africa. Predilige habitat di campi coltivati con suoli fertili, ben drenati, limosi o argillosi-limosi, con un pH compreso tra 6.0 e 7.0. Richiede una stagione di crescita calda con temperature ottimali tra i 20 e i 30°C e una buona disponibilità di acqua, soprattutto durante la fioritura e la formazione dei baccelli. La soia è una pianta eliofila che necessita di piena esposizione al sole per una fotosintesi efficiente e una buona produzione di semi. Sebbene sia adattabile a diverse condizioni di suolo, una buona struttura del terreno è fondamentale per lo sviluppo delle radici e l'assorbimento dei nutrienti. La soia è una leguminosa e ha la capacità di fissare l'azoto atmosferico grazie alla simbiosi con batteri del genere Bradyrhizobium presenti nel suolo, riducendo la necessità di fertilizzanti azotati. La sua coltivazione è diffusa nelle pianure e nelle aree collinari con un clima favorevole e una gestione agricola adeguata.

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA 2025


DROGA UTILIZZATA
SEMI

PRINCIPI ATTIVI
1. Isoflavonoidi (fitoestrogeni) Genisteina Daidzeina Gliciteina Forme glicosilate (genistina, daidzina, glicitina) Forme agliconi 2. Saponine triterpenoidi Gruppo A (soyasaponina A1-A6) Gruppo B (soyasaponina Ba, Bb, Bc, Bd) Gruppo E (soyasaponina Be, alfag, betag) Gruppo DDMP (2,3-diidro-2,5-diidrossi-6-metil-4H-piran-4-one) 3. Fitosteroli beta-sitosterolo Stigmasterolo Campesterolo Δ5-avenasterolo 4. Proteine bioattive Inibitori della proteasi (Bowman-Birk e Kunitz) Lectine (agglutinina di soia) Lunasina (peptide bioattivo) beta-conglicinina e glicinina 5. Acidi fenolici Acido gallico Acido clorogenico Acido caffeico Acido ferulico Acido p-cumarico Acido sinapico 6. Tocoferoli (vitamina E) alfa-tocoferolo beta-tocoferolo gamma-tocoferolo delta-tocoferolo 7. Fosfolipidi Fosfatidilcolina Fosfatidiletanolammina Fosfatidilinositolo 8. Fitoalessine Glyceollina I, II, III Glycinol 9. Minerali essenziali Calcio Ferro Magnesio Zinco Selenio 10. Acidi grassi polinsaturi Acido linoleico (omega-6) Acido alfa-linolenico (omega-3) Acido oleico

PROPRIETÀ E INDICAZIONI REGISTRATE

  • ------
  • ookALIMENTO
    ookEPATITE
    ookEPATOPROTETTORE ANTIEPATOTOSSICO DEL FEGATO
    ookINSUFFICIENZA EPATOBILIARE E INTOSSICAZIONE DEL FEGATO
    ookMANCANZA DI MEMORIA A BREVE E LUNGO TERMINE
    ookMENOPAUSA E CLIMATERIO (TURBE E DISTURBI VARI)
    +++ANTITUMORALE [RITARDANTE LA PROLIFERAZIONE]
    ++ACNE (DEPURATIVO)
    ++ALOPECIA O AREA E DEBOLEZZA DEI CAPELLI
    ++ANTITUMORALE [CHEMIOTERAPICO-SIMILE]
    ++OSTEOPOROSI
    ++TRICOFILO
    ++TUMORE MALIGNO o CANCRO

    ORGANI INTERESSATI DALL'AZIONE FITOTERAPICA
    CERVELLO
    CUOIO CAPELLUTO
    FEGATO
    FEGATO E VIE BILIARI
    ORGANI E-O TESSUTI DI VARI DISTRETTI CORPOREI
    ORGANI EMUNTORI
    SISTEMA ENDOCRINO
    SISTEMA IMMUNITARIO
    TESSUTO CUTANEO
    TESSUTO OSSEO
    TUTTO IL CORPO
    UTERO E OVAIE

    ESTRATTI
  • Soia Estratto standardizzato
    Titolato in isoflavoni e saponine Forma terapeutica corretta per l´uso come fitoestrogeno 50-100 mg al giorno
  • Soia lecitina
    Utilizzabile come farmaco. integratore alimentare o cosmetico.

  • ERBE FAVORENTI L'ATTIVITÀ FITOTERAPICA
    CIMICIFUGA
    EQUISETO
    TRIFOGLIO DEI PRATI

    CONTROINDICAZIONI
    SONO POSSIBILI INTERFERENZE CON L'ASSE IPOTALAMO-IPOFISI-GONADI, QUINDI EVITARE IN GRAVIDANZA, NELL'ETA PUBERALE, NELLA PATOLOGIA TUMORALE DEL SENO E NON USARE PER AUTOMEDICAZIONE.

    SOSTANZE DA EVITARE PER INTERAZIONI O INCOMPATIBILITÀ
    ORMONI TIROIDEI
    PILLOLA ANTICONCEZIONALE
    TERAPIE ORMONALI

    Vedi sul web gli studi sulle proprietà antitumorali per Glycine max (L.) Merr.

    NOTE DI FITOTERAPIA
    .....espandi Fitoestrogeni ed iperplasia dell'endometrio. (Prescrire International 2006; 15: 62-3) I fitoestrogeni sono estratti di piante medicinali capaci di interagire con i recettori per gli estrogeni (1). Quattro trial clinici randomizzati di breve durata (in linea di massima di scarsa qualità metodologica) hanno valutato gli effetti di alte dosi di fitoestrogeni della soia (50-100 mg/die di isoflavoni) verso placebo in donne in post-menopausa. Pur in presenza di risultati contrastanti, questi trial sembrano suggerire un leggero effetto preventivo sulle vampate di calore (al meglio, circa 2 episodi evitati a settimana). Poche sono però le conoscenze sui rischi connessi con l'uso prolungato di alte dosi di fitoestrogeni, soprattutto per quanto riguarda il rischio di tromboembolismo e di neoplasie a carico della mammella e dell'endometrio (effetti noti degli estrogeni). Un trial randomizzato in doppio-cieco, condotto in Italia, ha valutato l'impatto a lungo termine dei fitoestrogeni sull'endometrio (2). Questo è stato il primo trial volto a stabilire gli effetti a lungo termine dei fitoestrogeni. Sono state reclutate 376 donne in post-menopausa non isterectomizzate e randomizzate in un gruppo trattato con un prodotto a base di soia contenente 150 mg/die di isoflavone ed in un gruppo placebo. Le donne sono state sottoposte a biopsia dell'endometrio al momento dell'arruolamento, dopo 30 mesi e dopo 5 anni di trattamento. La biopsia dopo 5 anni è stata eseguita in 319 donne. È stata riscontrata iperplasia dell'endometrio nel 3.8% delle donne trattate con il prodotto a base di soia, ma in nessuna delle donne del gruppo placebo (p

    Sorveglianza alle reazioni avverse
    PIANTA SEGNALATA


    USO ALIMENTARE
    .....espandi
    • La soia è trasformata in numerosi prodotti alimentari:
      • Latte di soia (alternativa al latte vaccino per intolleranti al lattosio)
      • Tofu (formaggio vegetale ricco di proteine)
      • Tempeh (fermentato, con maggiore biodisponibilità di nutrienti)
      • Miso e salsa di soia (condimenti fermentati)
      • Farina di soia (usata in prodotti da forno e gluten-free)
      • Edamame (fagioli di soia giovani, consumati come snack)
      • Proteine vegetali testurizzate (TVP) (usate come sostituto della carne)

    UTILE DA SAPERE
    PIANTE AD AZIONE FITOESTROGENI .....espandi PIANTE AD AZIONE FITOESTROGENICA E ANTIANDROGENA In virtù della loro azione estrogenica alcune piante si dimostrano efficaci nell'impiego terapeutico per le turbe legate a un'insufficienza ovarica, per sindromi deficitarie dopo isterectomia e ovariectomia, per turbe mestruali della pubertà e per alcune manifestazioni fastidiose che caratterizzano la manifestazioni funzionali della menopausa come vampate di calore, turbe dell'umore, secchezza della mucosa vaginale, ecc. e per la sindrome premestruale. Alcuni inconvenienti, come per es. le vampate, hanno una stretta relazione con l'ormone ipofisario; altri invece, come prurito, infiammazione pelvica e secchezza vaginale, sono relativi alla caduta del tasso ematico di estrogeni e possono migliorare con l'utilizzo di queste piante. In questi casi la fitoterapia rappresenta una terapia attiva e/o complementare alla terapia ormonale classica. Le piante estrogeniche e progesterone-like sono: Angelica, Aletris, Erba medica, Salvia, Luppolo, Ginseng, Alchemilla, Verbena, Salsapariglia, Soia, Kudzu, Cimicifuga; l'Ortica ha azione antiandrogena e la Cimicifuga è attiva sulla secrezione dell'ormone ipofisario. L'Agnocasto aumenta la produzione dell'ormone luteinizzante, inibisce il rilascio dell'ormone che stimola il follicolo, portando ad uno spostamento del rapporto a favore degli estrogeni rispetto ai gestageni, producendo effetti ormonali utilizzati contro disturbi connessi alla menopausa; inoltre, sperimentalmente, inibisce la secrezione della prolattina, risultando efficace sia nella sindrome premestruale che nella iperprolattinemia. Tratto da: Enrica Campanini "Dizionario di fitoterapia e piante medicinali"; A.Y. Leung & S. Foster "Enciclopedia delle piante medicinali"; Fabio Firenzuoli "Le 100 erbe della salute" Fitoestrogeni e trattamenti ormonali: legami pericolosi Il ricorso ai fitoestrogeni va evitato nelle donne con tumore della mammella e affette da deprivazione ormonale da ormonoterapia. Le donne con carcinoma della mammella positivo per i recettori degli estrogeni devono evitare di ricorrere ai fitoestrogeni nel tentativo di ridurre gli effetti da deprivazione ormonale causati dalla ormonoterapia in atto. Il 70% circa dei carcinomi della mammella esprime recettori per gli estrogeni. Questo dato è alla base della terapia adiuvante con farmaci che riducono la stimolazione di questi recettori quali il tamoxifene e derivati e gli inibitori delle aromatasi. L'ormonoterapia di per sé causa però numerosi effetti collaterali da deprivazione ormonale. I sintomi meno tollerati sono la secchezza delle mucose e la sindrome vasomotoria (le cosiddette vampate), oltre alle manifestazioni legate al lungo trattamento (artralgie, tipicamente causate dagli inibitori delle aromatasi, osteoporosi, ipertensione, alterazioni del metabolismo lipidico). Nelle donne in menopausa, è diventata popolare l'assunzione di integratori alimentari, contenenti principalmente derivati della soia o del trifoglio rosso, nell'ipotesi che abbiano un'azione di contrasto sui sintomi della menopausa. Gli estratti di queste piante contengono infatti fitoestrogeni, e in particolare isoflavoni (genisteina, daidzeina e gliciteina dalla soia e biocanina A e formononetina dal trifoglio), sostanze che hanno una blanda azione sia estrogenica sia antiestrogenica. Queste caratteristiche hanno suggerito la loro indicazione anche alle donne in trattamento con tamoxifene o inibitori dell'aromatasi, suscitando allarme negli oncologi che ritengono tale pratica incongrua e rischiosa. Negli animali di laboratorio si è infatti dimostrato uno stimolo dose-dipendente da fitoestrogeni nella crescita di cellule tumorali umane della mammella estrogeno-sensibili (CMF-7) [1]. In modelli analoghi risulta anche abrogata la prevenzione del tamoxifene alla crescita tumorale [2]. A seguito della diffusione di tale pratica sono stati condotti due studi per verificare l'efficacia di integratori a base di soia (90-150 mg/die di isoflavoni) in pazienti sintomatiche per deprivazione ormonale (vampate diurne e notturne) [3,4]. Le pazienti, trattate per carcinoma della mammella e molte in trattamento con tamoxifene o raloxifene, sono state randomizzate in doppio cieco a ricevere il trattamento con isoflavoni o placebo. In nessuno dei due studi si sono rilevate differenze statisticamente significative nella sintomatologia, anche quando stratificate a ricevere tamoxifene. Per cui gli isoflavoni non sembrano ridurre la sintomatologia legata alla terapia ormonale e potrebbero invece avere un'attività di stimolo sulla crescita tumorale. Secondo alcuni lavori scientifici, le popolazioni asiatiche sarebbero meno esposte al rischio di carcinoma della mammella per l'elevata ingestione di derivati della soia: questa osservazione è di difficile interpretazione epidemiologica e non può essere trasferita alle popolazioni occidentali né ad altri effetti ormonali degli isoflavoni [5,6]. Tali sostanze, quindi, vanno utilizzate con molta cautela da parte delle donne con carcinoma della mammella e solo se con recettori ormonali negativi. I medici che hanno pazienti in trattamento con tamoxifene o inibitori delle aromatasi dovrebbero vigilare e sconsigliare l'uso di prodotti a elevato titolo di fitoestrogeni, anche perché molti degli integratori alimentari in commercio rimandano a siti Internet nei quali sono rivendicati effetti terapeutici non dimostrati, sostenuti con letteratura di parte o mal interpretata. Bibliografia: J Nutr 2001;131:2957-62. Cancer Res 2005;65:879-86. J Clin Oncol 2002;15:1449-55. J Clin Oncol 2000;18:1068-74. J Epidemiol 2010;20:83-9. Nutr J 2008;7:17. CDI Palozzo A.C., Falci C., Zovato S. Istituto Oncologico Veneto IRCCS
    NOTE VARIE
    .....espandi È stato osservato che nelle popolazioni che utilizzano normalmente la Soia in alimentazione si riscontra una minore incidenza di malattie cardiovascolari, osteoporosi, disturbi della menopausa e carcinomi del colon e mammario. Gli isoflavonoidi della Soia comportandosi da fitoestrogeni hanno un ruolo di regolazione sui meccanismi di ricezione per gli estrogeni, regolandone la concentrazione.



    BIBLIOGRAFIA, WEBLIOGRAFIA E ARTICOLI SCIENTIFICI SUL WEB

    • Messina, M. (2016). Soy and health update: Evaluation of the clinical and epidemiologic literature. Nutrients, 8(12), 754.
    • Barnes, S. (2010). The biochemistry, chemistry and physiology of the isoflavones in soybeans and their food products. Lymphatic Research and Biology, 8(1), 89-98.
    • Yoshiki, Y., et al. (2001). Saponins from legumes: their molecular phylogeny, structure-function relationships, and nutraceutical potential. Journal of Agricultural and Food Chemistry, 49(2), 822-826.
    • Hernández-Ledesma, B., et al. (2009). Lunasin, a novel seed peptide for cancer prevention. Peptides, 30(2), 426-430.
    • Boué, S. M., et al. (2009). Anticancer activity of glyceollins in human prostate cancer cells. Journal of Agricultural and Food Chemistry, 57(13), 5766-5771.
    • Manach, C., et al. (2004). Polyphenols: food sources and bioavailability. The American Journal of Clinical Nutrition, 79(5), 727-747.
    • Liener, I. E. (1994). Implications of antinutritional components in soybean foods. Critical Reviews in Food Science and Nutrition, 34(1), 31-67.
    • Guclu-Ustundag, O., & Mazza, G. (2007). Saponins: Properties, Applications and Processing. Critical Reviews in Food Science and Nutrition, 47(3), 231-258.
    • Ostlund, R. E. (2002). Phytosterols in human nutrition. Annual Review of Nutrition, 22, 533-549.
    • Chatterjee, C., et al. (2018). Nutritional composition of soybean and its significance. In Soybean - The Basis of Yield, Biomass and Productivity. IntechOpen.

       



    Foto o Immagine modificata per uso didattico

    Autore: Vera Scapody

    Autore: Scott Bauer

    Autore: Fritz Geller-Grimm

    Autore: Helge Höpfner


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