L'80% della popolazione mondiale utilizza la medicina popolare per necessità, per tradizione o per povertà.
Nelle società occidentali, la percentuale di persone che si avvalgono della medicina alternativa e di integratori alimentari
è in notevole aumento. Oggi reclama spazio anche una categoria di sostanze che non possono essere classificate né tra i farmaci, né tra i quotidiani alimenti: i cosiddetti "nutraceutici" che sono sostanze alimentari (in genere frutta esotica) molto ricche in vitamine, microelementi e composti antiossidanti e, proprio per la loro composizione, esplicano attività protettiva e antitossica sull'organismo umano.
È doveroso annotare che le medicine alternative -tra le quali bisogna distinguere molto bene- sono prive o quasi di verifica sperimentale eseguita con metodo scientifico, pertanto non accettate dalla medicina ufficiale in quanto inutili, inefficaci o dannose per la salute.
Tuttavia, in un mondo sempre più globalizzato, le medicine alternative, gli integratori ed i nutraceutici, costituiscono un ottimo affare per molte imprese ma anche per le grosse multinazionali farmaceutiche.
Ma non tutto è buono e non tutto è cattivo
Sarebbe ingiusto ed economicamente inaccettabile mettere al bando preparati fitoterapici o integratori perchè
nella loro composizione rientrano anche alcuni componenti di sintesi.
E' importante conoscere esattamente la formulazione del prodotto onde evitare confusione ai consumatori
che molto spesso amano fare autoterapia.
La distinzione stessa tra alimento, farmaco e integratore (oggetto di dibattito nel mondo scientifico-politico)
è sottile e molto difficile da stabilire. Vedi la Direttiva U.E. 2002/46 su estratti vegetali e integratori;
in genere sostenere che l'effetto terapeutico e la tossicità sono in funzione della dose mette d'accordo
il mondo politico delegato a legiferare in materia, con il mondo scientifico.
La Terra predispone quasi tutto per la sopravvivenza e la salute dell'individuo, compresi veleni e antitodi
occorrenti al mantenimento dell'equilibrio del S.E.I. (stato energetico individuale).
La malattia non è altro che una battaglia persa a causa di risorse energetiche carenti, pertanto l'unica
via terapeutica deve iniziare necessariamente dal rafforzamento del S.E.I.
Occorrerebbe tener presenti le suddette considerazioni nelle fasi di studio, ricerca e produzione
dei fitoterapici valorizzando anche la "valenza energetica" del fitocomplesso e non solo il potere
allopatico del singolo principio attivo.
Le piante potrebbero essere viste dal mondo scientifico anche come treni carichi di energia vitale e
riparatrice quindi impiegate in una medicina "dolce" ma profonda, capaci di guarire in
quanto in grado di arrivare alla radice delle malattie (intese come squilibri energetici).
Sicuramente è un nostro diritto pretendere che le sostanze destinate ad essere assorbite dalle cellule
non siano contaminate da pesticidi, metalli pesanti, elementi radioattivi o siano esse stesse derivate
da OGM e che venga chiaramente dichiarata la presenza di eventuali prodotti di sintesi.
Natura e progresso non sono in antitesi ma possono trovarsi in sinergia per analizzare, valutare e
quantificare con modalità sempre più precise ed innovative i vari principi fitoterapici.
Sarebbe auspicabile che al fine del mantenimento delle valenze energetiche assolute fosse monitorato
l'intero ciclo biologico della pianta fino a giungere alla sua trasformazione in un fitoterapico carico
di energia curativa.
Ci auguriamo che l'impegno scientifico di ditte all'avanguardia nello studio, nella produzione e
trasformazione delle erbe officinali, possa favorire il raggiungimento di tale obiettivo.
La Nutrigenomica studia la nutrizione legata alla genetica ovvero come il cibo sia in grado di fornire informazioni ai nostri geni.
è una scienza in evoluzione che permette di personalizzare l'alimentazione e l'utilizzo di integratori alimentari specifici per ogni individuo attraverso lo studio degli effetti biologici delle sostanze nutritive a livello genico. Attuando un programma preciso e personalizzato mirato alla prevenzione piuttosto che alla cura delle malattie già in atto, si potrà rallentare l'invecchiamento e prevenire varie patologie.
Il completamento della mappa genica dell'uomo, con la codificazione dei geni, ha evidenziato che ogni individuo possiede il 99,9% circa di DNA uguale, mentre nel restante 0,1% esistono delle differenze importanti. Tali differenze sono costituite per la maggior parte da variazioni a livello delle sequenze del DNA (con sostituzione di una singola base) e costituiscono i cosiddetti polimorfismi nucleotidici, SNPs (polimorfismi a singolo nucleotide - Single Nucleotide Polymorphisms), che sono in grado di condizionare, tra le altre cose, anche il modo con cui una persona può rispondere all'ambiente ed alla dieta.
Esistono circa 3.000.000 di SNPs nel patrimonio genetico di una persona, con profonde differenze nell'espressione del nostro DNA, che possono agire, ad esempio, modificando la risposta ad un farmaco, all'eliminazione di tossine o al manifestarsi di una malattia, peggiorando o migliorando il processo di invecchiamento. dell'organismo. I polimorfismi riescono a rendere ogni individuo unico e inconfondibile: le differenze individuali che ne risultano possono spiegare perché non tutti reagiamo in modo identico alle varie sollecitazioni ambientali e nutrizionali.
Molti studi hanno evidenziato che le molecole chimiche contenute nei cibi sono in grado di agire sul genoma, sia direttamente che indirettamente, alterando l'espressione genica e la struttura del messaggero. I geni determinano le nostre vulnerabilità (genotipo), mentre ciò che assumiamo con l'alimentazione ed il nostro stile di vita determinano quanto queste vulnerabilità saranno in grado di influenzare la qualità e la durata della nostra vita (fenotipo).
Il cibo non più come mero strumento per apportare calorie, ma anche come veicolo di informazioni per i geni. Stimolare i geni positivi e frenare quelli pericolosi: questo è il traguardo dell'alimentazione nutrigenomica.
Monografia completa (Dott.ssa E. De Leo)
Fitoalimurgia:
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La Cannabis terapeuticaPrimi passi in Italia per l'uso medicinale o come cura palliativa per cancro, sclerosi multipla e SLA
Tutto ciò ha costituito uno stimolo per la ricerca delle proprietà farmacologiche del CBD e del suo potenziale campo di applicazione terapeutica su una vasta gamma di disturbi psichiatrici e non psichiatrici come ansia, depressione e psicosi. Scheda della Canapa indiana o sativa |
Un team di ricercatori dell'Università di Lund (Nélida Leiva-Eriksson, Pierre A. Pin, Thomas Kraft, Juliane C. Dohm, André E. Minoche, Heinz Himmelbauer e Leif B?low), hanno approfondito uno studio sulla produzione di alcune proteine della Barbabietola da zucchero (Beta vulgaris spp. vulgaris).
Nel genoma della Barbabietola hanno identificato sequenze affini a quelli dell'emoglobina dei globuli rossi con tre geni nsHbs (non-symbiotic hemoglobins) interi (BvHb1.1, BvHb1.2 e BvHb2) ed uno troncato (BvHb3).
Questa scoperta potrebbe essere fondamentale nell'ingegneria genetica in quanto permetterebbe, nel giro di qualche anno, di rendere l'emoglobina vegetale compatibile con il sangue umano ed utilizzabile per la prima volta in campo medico.
Occorre notare che nel mondo dei vegetali l'emoglobina non ha la funzione di trasporto dell'ossigeno ma sembra che serva ad altri processi come neutralizzare la tossicità dell'ossido nitrico ed a controllare i batteri della pianta. Già da diversi anni si è evidenziato che alcune piante superiori producono questa sostanza in condizioni particolari come per es. gelo o siccità.
Nélida Leiva, nella sua tesi di dottorato in biochimica, ha dimostrato che la radice della Barbabietola da zucchero, ma anche le foglie ed i fiori, sono ricche di emoglobina anche in condizioni climatiche normali. Si stima che da un ettaro di coltivazione potrebbero essere prodotte 1-2 tonnellate di emoglobina. Calcolando che il corpo umano contiene mediamente 1 kg di emoglobina, è facile calcolare l'importanza di questa ricerca.
Per una volta, insomma, pare proprio che il vecchio detto popolare "Non si può tirare fuori il sangue da una Rapa", sia stato smentito.
Negli esseri umani ci sono diversi tipi di emoglobina; la maggior parte è quella presente nel sangue ma altri tipi sono presenti nei testicoli e nel cervello. Lo studio ha evidenziato anche che l'emoglobina vegetale nella Barbabietola da zucchero è più simile a quella del cervello.
Una trasfusione rapida che riesca a trasportare ossigeno a tutti gli organi è essenziale nei casi di emergenza per stabilizzare le funzioni vitali come nelle perdite di sangue per incidenti o malattie gravi.
Anche nell'epidemia di Ebola in Africa, la disponibilità di sostituti del sangue potrebbe salvare molte vite umane.
Attraverso l'osservazione del mondo naturale l'uomo apprende le strategie di adattamento di maggior successo nell'evoluzione delle specie viventi, spesso frutto della cooperazione e scambio tra organismi differenti.
Le tracce dei primi scambi tra piante e fiori ai fini dell'impollinazione risalgono al pleistocene, un moscerino fossile intrappolato in una goccia d'ambra presentava le primitive caratteristiche anatomiche atte all'impollinazione.
La vecchia storia dell'ape e del fiore ci racconta la collaborazione che da più di 2 milioni di anni impegna piante e animali, nella coevoluzione di specie viventi, impegnate in un rapporto di reciproco scambio.
Ad oggi sono ancora milioni le specie vegetali che utilizzano l'azione degli insetti per riprodursi (impollinazione entomofila) mentre altre hanno scelto di portare a compimento il loro compito riproduttivo attraverso altre strategie (impollinazione anemofila attraverso il vento, ...).
La meraviglia della strategia adottata con l'impollinazione, risulta ancora più evidente se si pensa che attraverso questo sistema la pianta assicura alla specie una maggiore adattabilità ai cambiamenti, poiché gli insetti trasportando i pollini su differenti esemplari incrementano il pool genetico della specie bottinata.
E gli insetti cosa ci guadagnano?
Oltre al polline, utilizzato dagli insetti come fonte proteica, alcune piante hanno scelto di offrire un dono ai propri visitatori.
Una goccia di liquido zuccherino, il nettare, dono prezioso ricercato perfino dai Dei dell'Olimpo!
Curioso pensare che questa sostanza secreta dalle piante non abbia per esse nessuna funzione intrinseca, ma sia esclusivamente il mezzo scelto per attrarre a se i suoi golosi consumatori.
Se continuiamo a percorrere la strada che ci solleva dalla rigida visione antropocentrica scopriamo anche che gli stessi fiori, sono probabilmente gli organi che la pianta ha scelto per comunicare con gli insetti e gli altri animali impollinatori. I fiori che sono un evoluzione qualitativa delle foglie hanno dovuto differenziarsi, nelle eterogenee e meravigliose varietà di colori, profumi, forme e dimensioni entro una vera e propria strategia di marketing pubblicitario!!
Alcune piante hanno perfino sviluppato forme di adattamento specie-specifiche tali da essere visitate da un'unica specie di insetto, perfetto esempio di incontro tra forma e funzione.
Di tutta questa incredibile storia evolutiva, alla maggior parte di noi non rimane che una piccola traccia nel cucchiaio di miele che consumiamo perlopiù quando abbiamo i sintomi del mal di gola!
Del perché i fiori dispensino a tutti così tanta bellezza e del continuo lavorio di questi instancabili insetti pochi sembrano essere consapevoli.
Quando cerco di far capire ai bambini come saprebbe il mondo senza le api chiedo loro di pensare di andare al supermercato e di non trovare più né zucchine né pomodori, né carne né latte e loro tra stupore e preoccupazione, sembrano capire, senza l'aiuto di molte parole, quello che la mente geniale di Albert Einstein usava dire sulle api "senza la loro presenza l'intera umanità morirebbe nel giro di 4 anni"
Per gli adulti, ormai arrugginiti nella semplice intuizione del mondo, propongo qualche numero:
si stima che il lavoro degli insetti impollinatori produca nel settore agricolo un indotto solo per l'Italia di circa 2,6 milioni di euro l'anno oltre a circa 60 milioni solo per la produzione apistica.
Ad oggi il numero degli insetti impollinatori, in particolare delle api, sta drasticamente diminuendo.
Un esempio è l'estremo caso degli uomini-ape, che in alcune regioni della Cina impollinano a mano centinaia di ettari di frutteto orami inadatti ad ospitare altre forme di vita.
Anche in Italia la presenza di pesticidi che avvelenano gli insetti, l'aratura frequente che distrugge le loro tane, l'inquinamento delle acque, dell'aria, della terra e non ultimo il commercio di prodotti apistici che diffonde malattie e agenti patogeni da altre parti del mondo, causa moria di api ed altri insetti impollinatori in tutta la nazione e nel mondo.
Come possiamo fare per reagire a tutto questo?
Io che alla mia indolenza verso le angosce ed i sensi di colpa nell'appartenere a questo folle genere umano contrappongo spesso la beata indifferenza e l'ignoranza, mi sento di suggerirvi le azioni che io stessa cerco di compiere quotidianamente.
L'osservazione, lo stupore ed il ricordo.
Così la prossima volta che ti troverai da osservare un fiore potrai vederlo più seduttivo ed attraente di una pubblicità di intimo femminile, stupirti che tutta questa sapienza e bellezza non è affatto lì solo per te e ricordarti della necessità di continuare a raccontare la vecchia storia dell'ape e del fiore.
"Imitare la natura nel collaborare"
Gennaio 2015
Dott.ssa Chiara Calicchia
Psicologa - Apicoltrice
Illustrare lo scenario della cultura alimentare vegetariana è un compito al contempo stimolante e complesso. Stimolante, perché permette di discutere sulle scelte che sono alla base di chi prende la strada del vegetarianesimo, e complesso, perché nella moltitudine di informazioni che si possono trovare al riguardo, è necessario operare delle scelte definendo ciò a cui è più importante dar voce. La cultura vegetariana si è diffusa in Italia negli anni settanta. Prima, nel dopoguerra, la carne in tavola era un "lusso" per le feste comandate e il salame in cantina un vero e proprio tesoro. Poi carne tutti i giorni, in scatola, bollita, arrosto, allo spiedo, in salsa e anche carne artificiale. Carne fino a non poterne più! Oggi, l'eccessivo consumo di carne, sta portando alla rottura dell'equilibrio tra l'uomo e la natura e a pagarne le conseguenze è sia l'ambiente che l'essere umano. Non a caso, numerose ricerche scientifiche hanno ormai reso noto lo stretto legame che intercorre tra l'alimentazione moderna e le malattie cardiovascolari, obesità e forme tumorali. Avvicinarsi alla cucina vegetariana![]() ![]() A mio parere, è importante pensare che prepararsi da mangiare non è una perdita di tempo: se è vero che siamo ciò che mangiamo, allora è il tempo speso meglio. Così come è importante guardare con occhio critico al supermercato e ai suoi numerosi cugini e riprenderci il titolo di consumatori consapevoli. Le motivazioni alla base della scelta vegetarianaLa scelta etica![]() La scelta ambientale In un mondo che ha fame, il consumo di carne costituisce uno spreco enorme. I prodotti agricoli a livello mondiale sarebbero sufficienti a sfamare tutti, se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare gli animali destinati alle nostre tavole. La scelta salutistica ![]() Una piccola grande curiosità: numerose sono le celebrità, di tutte le epoche, che hanno fatto una scelta alimentare vegetariana. Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Albert Einstein, Richard Wagner, Franz Kafka, Leonardo Da Vinci, Pitagora... e molti altri. Invito tutti a non fermarsi qui, ad approfondire le proprie conoscenze perchè l'informazione -ormai alla portata di tutti- e la presa di coscienza, sono alla base delle scelte alimentari che potranno concorrere, a loro volta, a migliorare le condizioni future dell'ambiente e della vita sul nostro pianeta. Voglio infine sottolineare che il gusto di un pasto senza carne o pesce, dal punto di vista organolettico, non ha niente da invidiare ad un pasto classico moderno. Anche se inizialmente i nuovi sapori potranno sembrare meno intensi, in un secondo momento si rivelaranno nuovi e gradevolmente inattesi, lasciando in bocca quella sensazione di buono e naturale. Per questo riporto di seguito alcune mie semplici ricette con l'augurio di aver stimolato la vostra curiosità per una prova a favore della scelta vegetariana. |
Vellutata di carote e patate
Ingredienti (x 2 persone): 4 carote medie, 1 patata media, 1/2 cipolla, prezzemolo, concentrato di pomodoro.
Preparazione: Spezzettare le patate e carote a tocchetti. ollire tutti gli ingredienti con circa 4 bicchieri di acqua e un filo d'olio evo. Dopo 30/40 min. spegnere e lasciare riposare un oretta. Dopo il riposo, frullare e servire tiepido.
Finocchi sfiziosi in padella
Ingredienti (x 2 persone): 1 finocchio grande, mandorle a scaglie o intere, timo.
Preparazione: Soffriggere l'aglio con un bel giro d'olio evo, aggiungere i finocchi tagliati a listarelle, cuocere 10 minuti. Aggiungere un po' d'acqua se la richiedono e continuare la cottura con il coperchio. A fine cottura aggiungere mandorle e timo. Salare e pepare.
Zuppa di farro e funghi
Ingredienti (x 2 persone): 180 gr. farro, funghi misti, brodo vegetale, prezzemolo.
Preparazione: Lessare il farro nell'acqua e scolarlo al dente. Cucinare i funghi in padella con aglio e olio evo. Frullare, a parte, la patata e la carota lessate prima nel brodo vegetale, con qualche fungo e un pç di brodo. Nella stessa padella dei funghi unire il farro bollito e scolato, la crema di patate e carote, e il brodo vegetale. Cuocere ancora una mezz'ora finché quasi tutto il brodo sarà assorbito. Servire con peperoncino e prezzemolo.
Polpette di ceci
Ingredienti (x 8 polpette): 1 barattolo di ceci, 1 patata lessata, 1 carota lessa o altra verdura da avanzo, 1 uovo, pangrattato q.b, sale e pepe.
Preparazione: Frullare i ceci unire la patata e la carota lesse e schiacchiate, l'uovo, il sale pepe e pangrattato 2 o 3 cucchiai fino ad ottenere un composto liscio. Assemblare le polpette che devono risultare morbide. Passarle nei semi di sesamo (o pangrattato se non piacciono). Cuocere in forno sulla carta forno e con un filo d'olio evo sopra ogni polpetta per circa 15 min.
Polpette di soia e verdure
Ingredienti (x 15 polpette): 80 gr. Fiocchi di soia, 1 uovo, 1 zucchina grattugiata, 3 cucchiai di parmigiano, 6 cucchiai di pangrattato.
Preparazione: Mescolare tutto, fare le polpette, disporle su carta forno o teglia unta. Cuocere in forno per 20/ 25 min.
Scaloppine di seitan al limone
Ingredienti: seitan alla piastra (si trova in quasi tutti i supermercati, già precotto), limone, brodo vegetale, prezzemolo, aglio, farina.
Preparazione: In una padella unire l'aglio, un filo d'olio evo, un cucchiaio di farina, il prezzemolo tritato e il succo di un limone. Unire ora il brodo vegetale coprendo tutto il fondo della padella e accendere il fuoco. Quando prende il bollore, adagiare le fettine di seitan tagliate fine e cuocere qualche minuto per lato, fino a quando il brodo si sarà addensato.
Torta di ricotta
Ingredienti: 300 gr. farina, 300 gr. ricotta, 300 gr. zucchero, 3 uova, scorza di 1 limone, 1 bustina di lievito.
Preparazione: Lavorare la ricotta con lo zucchero, fino ad ottenere una soffice crema. Unire le uova, la farina, il limone e il lievito sciolto in poco latte se serve. Cuocere a 180° per 30/35 min.
Febbraio 2015
Dott.ssa Stefania Tucci
Psicologa della comunicazione e del marketing
La biodinamica è vista come prospettiva concreta per far ripartire l'economia del Paese, per creare nuovi posti di lavoro e per difendere il territorio.
Uno studio dell'Istituto Elvetico FIBL, condotto per ben 21 anni su un confronto tra agricoltura chimica industriale, sistema a lotta integrata, biologico e biodinamico, ha fornito un quadro da cui è emerso che il metodo biodinamico è quello che raggiunge le migliori performance di sostenibilità, fertilità e biodiversità.
I suoli biodinamici tendono a non destrutturarsi nel tempo, contrastano la desertificazione, conservano carbonio organico stabilmente. La presenza di una grande biodiversità, rende l'habitat più equilibrato ed efficiente, senza dispersioni di energia, che resta disponibile per le colture. Si stima che la flora presente dei suoli biodinamici sia 9 volte superiore a quella presente nei terreni convenzionali.
Passare ad una agricoltura biodinamica vuol dire andare oltre il biologico, creando sistemi che rispettano l'ecosistema terrestre e che considerano il suolo e la vita come un unico sistema, tale soluzione appare oggi molto valida anche per scongiurare il dissesto biologico (come evidenziato nel 2015 nel meeting organizzato dall'Università Bocconi di Milano).
I terreni coltivati con l'agricoltura biodinamica, infatti, in confronto a quelli gestiti con metodi tradizionali, sono più resistenti all'erosione e al rischio desertificazione fino al 60% in più; reagiscono, inoltre, meglio ai mutamenti climatici perché più forti ed efficienti, tutelano la biodiversità, preservano e consumano meno risorse idriche.
Ci si trova davanti a veri e propri "super suoli" capaci di produrre cibi più sani e più ricchi di proprietà organolettiche che, come oltre 20 anni di studi hanno dimostrato, diventano naturalmente più fertili e resistenti. La loro capacità di ospitare una maggiore varietà di piante, animali e microorganismi, mantenendo un profondo equilibrio ecologico, permette di avere un ecosistema più resistente e capace di affrontare meglio le situazioni di stress come le variazioni climatiche.
L'agricoltura biologica è un sistema di produzione e di allevamento che ammette solo l'impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi).
Tale tecnica di produzione è stata definita a livello comunitario, dal punto di vista legislativo, con un primo regolamento, il Regolamento CEE 2092/91, sostituito successivamente dai Reg. CE 834/07 e 889/08 e a livello nazionale con il D.M. 18354/09 e la nota esplicativa.
L'agricoltura biologica è sottoposta ad una normativa dettagliata che definisce le tecniche produttive al fine di una produzione di alimenti il più possibile naturali, con il minimo impatto ambientale e la minor sofferenza possibile per gli animali allevati.
Viene evitato l'eccessivo sfruttamento delle risorse ambientali esistendo limiti molto ristretti all'uso di sostanze chimiche, fertilizzanti sintetici e di antibiotici nell'allevamento degli animali in modo che venga assicurata anche la salubrità dei loro derivati (es. latte). Viene fatto assoluto divieto dell'uso di organismi geneticamente modificati (OGM).
L'agricoltura biodinamica nasce ancor prima dell'agricoltura biologica, è un metodo di coltivazione basato sulla visione del mondo (scientifico-spirituale) elaborata dal filosofo austriaco Rudolf Steiner.
Tale tecnica nacque nel 1924, dopo un meeting organizzato da agricoltori tedeschi i quali, preoccupati per la perdita di sapore e della qualità dei loro prodotti, per avere consigli su come rivitalizzare la terra, invitarono Rudolf Steiner, filosofo, ricercatore e fondatore dell'Antroposofia (dal greco "saggezza umana"), a divulgare le prime sperimentazioni con le quali veniva cercata una risposta ai problemi emergenti dall'agricoltura chimica.
L'agricoltura biodinamica è un metodo di coltura che fonda i suoi principi in una cooperazione tra suolo, acqua, irradiazione solare, vita animale, crescita delle piante su cui agiscono sia energie terrestri che cosmiche; "Non si possono mai capire le piante, gli animali o i parassiti presi ognuno per se..".
Si basa su sistemi sostenibili per la produzione agricola, sulla base di due principi: compostaggio e fasi della Luna. L'Australia e la Svizzera la riconoscono già ufficialmente come metodo colturale già da alcuni anni. Si affianca ovviamente all'agricoltura biologica, dato che tutti i prodotti dell'agricoltura biodinamica sono regolati dal Reg. CEE 2092/91, oltre che possedere una certificazione ad hoc, secondo lo standard Demeter.
L'azienda agricola viene considerata un vero e proprio organismo vivente autosufficiente ed indivisibile, in cui ogni singolo tipo di pianta o di animale dell'azienda partecipa in modo funzionale ed indivisibile all'intero sistema, coordinato dal lavoro dell'uomo anche in rapporto con il cosmo che lo circonda, dalle cui influenze dipende.
Gli obiettivi di questa agricoltura sono: nessun impatto ambientale, nessun residuo chimico nell'atmosfera, nel terreno e nell'acqua per aumentare la fertilità del suolo, la qualità degli alimenti e migliorare la salute umana. è previsto un controllo periodico del 100% delle aziende che coltivano con questo metodo e un'analisi sistematica dei prodotti.
Molte pratiche della biodinamica hanno una valida radice scientifica, come esempio la pratica del sovescio, cioè l'interramento di particolari piante a scopo fertilizzante, la rotazione delle colture, l'uso del compost. Quest'ultimo è il fertilizzante più usato in biodinamica. Un cumulo formato con cura, a contatto con la terra, che consiste nella mistura di terra, resti vegetali, scarti alimentari, cenere, acqua, in modo che s'attivino processi vitali capaci addirittura di generare calore, fino a 40°C.
Per migliorare la qualità del terreno, aumentandone la quantità di humus e la qualità del raccolto, si impiegano delle sostanze di origine naturale appositamente trattate, che vengono chiamate "preparati". Ne esistono di due tipi: da spruzzo e da compostaggio (cumulo).
Da tempo a tutti è noto che la luna ha effetti sulle coltivazioni (ma non solo..).
Nella biodinamica si da particolare importanza alle influenze lunari, che regolano lo sviluppo delle singole parti della pianta anche a seconda del segno zodiacale in cui transita la Luna.
è molto importante seguire il calendario delle lavorazioni nel quale sono indicati i giorni favorevoli (Aria, Luce, Terra, Acqua) per alcune operazioni come: lavorazione del terreno, semina e potatura. Ad es. i giorni della terra favoriscono la crescita delle radici, quelli dell'aria e della luce la crescita dei fiori e quelli della luce, la crescita dei frutti.
Al compost si aggiungono otto preparati biodinamici: uno a base di concime, uno di polvere di quarzo, gli altri di erbe, con l'intento di regolare e stimolare i processi biologici del cumulo stesso, delle piante coltivate, dei campi. Prima di essere irrorati, i preparati vengono dinamizzati, diluendoli in grandi quantità d'acqua, così come si usa fare per i rimedi omeopatici.
Pratiche biodinamiche del Corno di silicee del Corno di letame:
Di ogni pianta, nel processo di rotazione, vengono scelte accuratamente sia l'esposizione che la posizione, in modo da creare le condizioni ottimali di crescita.
Le preparazioni biodinamiche sono utilizzate per stimolare e armonizzare la crescita delle piante.
Noti come "corno di letame" e "corno di silice", questi 2 preparati agiscono in modo polare l'uno con l'altro. Il "corno di letame" è appositamente preparato con letame di mucca mentre il "corno di silice" è un preparato finemente macinato di quarzo. Sottoposti entrambe ad un processo di fermentazione in un corno di bue.
Il "corno di letame" viene applicato verso sera direttamente sul suolo prima della semina e serve ad incoraggiare la crescita di radici sane nelle piante aiutandole ad accedere facilmente e con efficacia alle sostanze nutritive del suolo, aumentando il contenuto in humus, agendo di conseguenza sullo sviluppo radicale e sulla nutrizione della pianta.
Il "corno di silice" viene invece applicato nelle prime ore del mattino sulle colture, stimolerebbe la fruttificazione e i processi legati alla fotosintesi e alla luce.
I preparati per il compostaggio vengono aggiunti al materiale da compostare, al fine di facilitarne la decomposizione in humus e terriccio. Sono ottenuti a partire da erbe officinali ognuna fatta compostare o macerare in condizioni ambientali particolari e impiegando come contenitori parti dei corpi di animali.
Questo metodo conferisce a frutta e verdura maggior gusto e maggiori proprietà nutritive.
L'intervento umano è ridotto al minimo e il terreno è trattato con preparati provenienti dalla stessa azienda, preparati internamente con elementi minerali, vegetali e animali. Questi servono ad incrementare la vitalità e le difese del terreno favorendo l'assorbimento di tutto il meglio necessario a uno sviluppo e a una crescita ottimale della pianta.
I rifiuti organici vengono sapientemente trasformati in humus e compost con della così detta "preparazione biodinamica" del compost.
Sono ottenuti a partire da sei note erbe officinali:
ORTICA,
CAMOMILLA,
ACHILLEA,
VALERIANA, corteccia di
QUERCIA e
TARASSACO.
Ognuna fatta compostare o macerare in condizioni ambientali particolari, perché, sempre secondo la teoria delle forze vitali, ambiente e contenitore influenzano le caratteristiche del materiale finale.
Quando questo humus è pronto viene aggiunto al compostaggio naturale in piccole quantità irradiando il suo effetto in tutto il suolo gradatamente. Si tratta di preparazioni che aiutano a guidare e disciplinare la decomposizione e i processi di formazione dell'humus naturale del suolo favorendo la disponibilità di sostanze nutritive alle piante (zolfo, cloruro di potassio, azoto, calcio, silice e fosforo).
Il metodo biodinamico considera ogni sostanza come un binomio di materia e forza vitale; più una sostanza è diluita, più avrebbe effetto sugli organismi con cui viene a contatto.
Alla base della agricoltura Biodinamica c'è la creazione di un organismo aziendale completo, dove l'azienda trova tutto l'occorrente per una gestione auto-sufficiente fino ad arrivare ad individualità a se stante. L'azienda agricola viene "ridisegnata" in chiave olistica, un sistema organizzato di relazioni ad ampio raggio. La terra viene intesa come fonte di vita, dove vegetazione, animali e uomini sono in perfetto equilibrio e contribuiscono l'uno al sostentamento dell'altro.
Anche le piante medicinali e le erbe officinali e aromatiche coltivate con metodo biodinamico o spontanee, rappresentano una parte importante e da integrare assolutamente nella produzione aziendale e non solo per un calcolo economico.
Il principio fondamentale della biodinamica è attivare la vita nella terra in modo che le sostanze presenti nella terra possono essere liberate e assimilate dalle piante. Al pari dell'azienda biologica, si mantiene in relazione con l'ambiente circostante preservando anche gli spazi abitati dagli animali selvatici, rispettati in quanto predatori dei parassiti.
Uno degli elementi fondamentali della biodinamica è il concetto della massima autosufficienza possibile, mediante un giusto rapporto tra colture foraggere per sovesci e comunque per il miglioramento e la conservazione della fertilità del suolo, colture per la vendita di prodotti agricoli tipici dell'azienda agricola, una certa consistenza di animali per l'allevamento e quindi una produzione in seno all'azienda di concime organico animale.
L'agricoltura biodinamica è soggetta a regolamentazione e certificazioni. Il prodotto finale è certificato in etichetta come proveniente da agricoltura biodinamica. Tutte le aziende biodinamiche europee sono anche soggette al controllo per la conformità per l'agricoltura biologica perché tutte le aziende sono anche biologiche. Essendo però gli standard più restrittivi e specifici rispetto a quelli per il bio, ogni azienda agricola ha un controllo aggiuntivo e una doppia certificazione: quella bio e quella Demeter.
Il marchio DEMETER garantisce i prodotti alimentari contrassegnati o i loro ingredienti. Un processo di verifica completo garantisce la rigida conformità alle Norme Internazionali di Produzione e di Lavorazione Demeter, nonchè alle norme organiche applicabili nei vari paesi, in ogni fase del processo: dalla produzione agricola alla lavorazione del prodotto.
Esistono e operano 18 Demeter di Paese, filiali della Demeter International. Il marchio è presente in tutti i continenti e controlla e certifica l'intera gamma dei prodotti biodinamici provenienti da tutto il mondo.
Abbiamo detto che la coltivazione biodinamica rispetta l'equilibrio dell'ecosistema e considera il suolo e la vita come un unico sistema migliorando la qualità degli alimenti prodotti.
Già solamente per questa semplice realtà, un'alimentazione biodinamica è auspicabile per tutti, in quanto capace di apportare una energia nutritiva più ricca e vitale, diversa da quella dell'agricoltura tradizionale che fa uso di sostanze chimiche, nella quale l'obiettivo principale è la quantità e l'aspetto.
Ma dal punto di vista biodinamico e antroposofico, bisogna specificare che la salute dell'uomo è vista come il risultato dell'equilibrio di tre apparati: neurosensoriale, ritmico (cuore, polmoni e torace) e addominale. Questo equilibrio -pena la cattiva salute- va mantenuto con l'apporto delle sostanze adatte ad ogni apparato.
In modo molto semplificativo si può dire che il sistema neurosensoriale richiede sali e carboidrati, quello ritmico vuole grassi e vegetali a foglia mentre per il sistema addominale, occorrono proteine e frutta cruda.
Vanno tenuti in debito conto i principi di Rudolf Steiner ovvero la raccolta a seconda delle fasi lunari che determinerebbero la giusta concentrazione di nutrienti.
Con i metodi biodinamici le fermentazioni sono tutte ottenute senza aggiunta di lieviti esterni, ma si sfruttano solo quelli naturalmente presenti sulle bucce delle uve.
Il vino biodinamico è legato alla terra ed alla fertilità del terreno preparato solo con composti organici e vegetali e con la vinificazione si deve tenere conto anche della posizione dei pianeti.
Molte erbe medicinali e aromatiche entrano a far parte dei "preparati biodinamici" essenziali per il trattamento e l'arricchimento del suolo, rappresentano gli "indicatori biologici" del territorio sul quale si opera e possono essere usate per le loro "proprietà terapeutiche".
Per i preparati basta ricordare l'ORTICA per il suo contenuto di silice, calcio e ferro o la VALERIANA che apporta il fosforo o il ROVERE per il calcio. Ogni oligoelemento o sostanza utile al suolo è il prodotto di una fabbrica naturale come lo sono le piante che riescono a riattivare la vita del terreno con i loro fitocomplessi.
Nell'Agricoltura biodinamica troviamo innanzitutto un ritorno, un avvicinamento alla natura. Diceva Steiner: "gli interessi dell'agricoltura sono cresciuti in ogni direzione intrecciandosi con i maggiori problemi della vita umana". Anche qui troviamo il messaggio comune con l'agricoltura biologica basato sul ritorno alla natura e l'abbandono della scorciatoia della chimica.
Approfondimenti:
https://www.rudolfsteiner.it
https://www.agricolturabiodinamica.it
https://www.fondazionelemadri.it
https://www.biodinamica.org
Gli epidemiologi hanno da sempre sostenuto che diete ricche in proteine animali presentano il rischio elevato di provocare o innescare patologie come diabete, infarto e problemi cardiovascolari, obesità e cancro inducendo aumento del colesterolo e dei livelli di insulina anche per il loro contenuto di grassi saturi.
D'altra parte, nei paesi occidentali e moderni del mondo è si ritiene che, nella dieta giornaliera, le carni apportino quantità essenziali di aminoacidi, ferro e vit.B12 ma è molto radicata l'opinione cultural-economica che non vi siano alternative alimentari e che "la carne fa bene" perché "rende forti".
Nell'ottobre 2015 l'OMS dichiara ufficialmente che insaccati, pancetta, salsicce, salumi, carni lavorate, salate, affumicate, ecc e carni rosse(1) possono provocare il cancro se consumate in eccesso.
Finalmente abbiamo una presa di posizione ufficiale a livello mondiale su una domanda che non solo i vegetariani ma anche molti medici, nutrizionisti ed istituzioni operanti nell'ambito della salute, si ponevano da almeno un trentennio:
Mangiare carne fa male?
La risposta è in relazione a:
La IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), sulla base di oltre 800 studi epidemiologici durati molti anni su moltissimi campioni, ha inserito nel gruppo 2º le cosiddette carni rosse (bovini, maiale, agnello, pecora, capra, cavallo) come "probabili carcinogeni" in quanto esistono dati rilevanti che ne associano il consumo allo sviluppo di tumori al pancreas ed alla prostata e cancro al colon.
I rimanenti derivati e lavorati delle carni, ricchi anche in nitrati, nitriti, idrocarburi policiclici aromatici e/o cosmetici, sono stati posti nel gruppo 1º cioè tra i "cancerogeni certi"(2) poiché esistono associazioni certe e sufficienti tra consumo e sviluppo di cancro allo stomaco o tumore al colon, nel quale rientrano più di un centinaio di sostanze tra cui alcol, fumo, benzene, alcuni farmaci, ecc.
Il consumo di carne nell'alimentazione
Negli Stati Uniti il consumo di carni e insaccati è di circa 130 kg annui pro-capite e bisogna considerare che, per tradizione anglo-sassone, quasi tutta è cotta alla brace(3) oltre al fatto che la legge statunitense non vieta di trattare gli animali da macello con ormoni e steroidi.
Tali quantità sono difficilmente raggiungibili da noi italiani che abbiamo un consumo medio di 67,6 kg annui pro-capite ovvero di 185 grammi di carni ogni giorno tendenti a diminuire. Anche la qualità delle nostre carni dovrebbe (volutamente condizionale) essere migliore per il divieto all'uso di metabolizzanti nella filiera produttiva e per la legge italiana più garantista nei confronti dei consumatori sull'uso di additivi e coloranti.
Sicuramente nella storia dell'uomo non si sono mai raggiunte le quantità odierne. Sebbene il consumo italiano sia moderato rispetto a quello statunitense, rimane sempre troppo alto.
Quanta carne consumare senza incorrere nell'aumento delle probabilità di contrarre un tumore?
Si tratta di quantità che specialisti, nutrizionisti, medici e organizzazioni sanitarie non possono concordare esattamente ma è opinione del mondo scientifico che superare i 50 grammi giornalieri o il 10% nella dieta, induca ad una certa percentuale di rischio. Ogni 100 grammi di carne rossa al giorno il rischio di cancro intestinale aumenta del 17 percento ed ogni 50 grammi di carne lavorata o insaccati, aumenta del 18 percento. Queste percentuali si incrementano notevolmente, fino al 70% ed oltre nel caso di cottura alla griglia o carni bruciacchiate.
Le molecole essenziali ma nemiche nelle carni rosse
Il gruppo EME (emoglobina e mioglobina) è essenziale per la nutrizione perché, grazie al suo atomo di ferro, riesce a catturare l'ossigeno necessario alla produzione di energia e portarlo ai tessuti. Tuttavia il gruppo EME provoca a livello intestinale, la produzione di alcune sostanze ad azione infiammatoria che alle lunghe possono innescare lo sviluppo del cancro.
è doveroso precisare che in tutte queste considerazioni si parla di predisposizione, probabilità e rischio relativo di contrarre il cancro ma non di rischio assoluto in quanto, come ben sappiamo, questa grave patologia è effetto di vari fattori carcinogenetici del singolo individuo.
Le carni lavorate e conservate
Se per le carni rosse fresche è salutare regolarsi sulle quantità, Una grande attenzione va rivolta alle carni processate, ovvero quelle alle quali sono state aggiunte sostanze per la conservazione e miglioranti l'aspetto ed il colore. Generalmente a tutti gli insaccati ad alle carni destinate alla conservazione vengono aggiunti nitrito di potassio (E249), nitrito di sodio (E250), nitrato di sodio (E251) e nitrato di potassio (E252).
La direttiva 2006/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio autorizza e specifica l'uso di tali additivi.
Il nitrito contribuisce alla sicurezza microbiologica, nonché alla stabilità anti-ossidante e a quella del sapore e del colore dei prodotti a base di carne. L'aggiunta di dosi non superiori a 100 mg/kg di nitrito può bastare per la conservazione di numerosi prodotti, ma per altri sono necessari fino a 150 mg/kg. Nella maggior parte dei prodotti a base di carne il nitrato non garantisce la protezione diretta contro la proliferazione del Clostridium botulinum. L'impiego dei nitrati come serbatoi di nitriti si rivela tuttavia necessario, soprattutto nei prodotti di salumeria.
I nitrati sono presenti anche come residuo nei prodotti agricoli trattati con fertilizzanti. La vitamina C, presente nei vegetali, ha un ruolo importante nella neutralizzazione dei nitrati. Essi vengono prodotti anche dallo stesso organismo umano come sottoprodotto della trasformazione dei nitriti.
I nitriti, legandosi nello stomaco con le ammine, sono trasformati nelle cancerogene nitrosammine.
La dose giornaliera ammessibile o DGA, secondo la efsa (autorità europea per la sicurezza del cibo), è di 0,07 mg/Kg giorno per i nitriti e di 3,7 mg/kg giorno per i nitrati.
Da rapidi calcoli sui dati forniti, si può capire quanti nitriti e nitrati assumiamo durante la giornata, tenendo presente che questi conservanti vengono utilizzati anche in formaggi ed alcuni tipi di pesci.
Una buona norma sarebbe -per chi non ne vuole fare a meno- quella di consumare salumi una o due volte al mese al massimo.
Le sostanze amiche
Dal cibo stesso ci viene offerto un valido aiuto per combattere gli effetti dannosi causati, soprattutto nelle diete carnivore, dalle sostanze tossiche (radicali-liberi, citochine, nitrosammine) che si accumulano nei tessuti e determinano infiammazioni innescando patologie più gravi.
Moltissime di queste sostanze alleate come Nutraceutici, Licopene, Antocianine, Resveratrolo, Carotenoidi, Vitamina C, Beta-carotene, Flavonoidi, Acido folico, Tocoferoli, Polifenoli, Acetilcisteina, Acido caffeico, Acidi grassi insaturi, Microelementi, ecc. che rivestono una grande importanza per i loro effetti anti-ossidanti, si trovano proprio nella frutta fresca anche esotica, nella verdura, negli ortaggi, in alcune spezie, in molte erbe officinali e nell'olio EV di oliva. In pratica nella nostra Dieta Mediterranea che, ancora una volta si rivela come una vera e propria nutrizione equilibrata e riparatrice.
Se consumate abitualmente carne non dimenticate di accompagnarla o farla precedere da buone porzioni di verdure e ortaggi.
E per finire... Come la mettiamo con il "novel food" ? Questo nuovo cibo ci viene proposto dalla CE per il futuro imminente ed è costituito da insetti, vermi, larve e scorpioni ed anche nanomateriali costruiti in laboratorio. Probabilmente ne conosceremo tra una ventina d'anni i rischi per la salute umana.
Novembre 2015
Alberto Tucci
Autore Erborista
(1) Notare che per le carni "bianche" come per es. pollame e coniglio, non si dispone ancora di studi sufficienti per definirle innocue o pericolose anche se in esse non è presente il ferro EME.
(2) Le categorie citate non rappresentano un livello di similitudine di effetti tra le varie sostanze ma solamente classi che contengono elementi per i quali è stato accertato un effetto. Quindi non si può paragonare la cancerogenità del fumo di tabacco a quella degli insaccati anche se nella stessa categoria.
(3) La cottura alla brace è un elemento peggiorativo soprattutto a causa dello sviluppo di due sostanze carcinogenetiche: le amine eterocicliche (HCAs) e gli idrocarburi policiclici aromatici (PAHs).
(4) Tutti gli additivi alimentari online dalla FAO
n.d.r. In questo articolo non è stata considerata la carne di pesce che meriterebbe un approfondimento a parte sia per il contenuto di fattori protettivi per la salute sia per il contenuto sempre più alto di sostanze tossiche e sintetiche, quindi a rischio per la salute.
Non si sono tenute neanche in considerazione le scelte etiche, importanti e determinanti nella vita ma difficilmente qualificabili dalla ricerca biologica.
In questo sito vengono approfondite le conoscenze su erbe e piante di interesse fitoterapico ovvero medicinali, aromatiche e da profumo usate nelle antiche "officine farmaceutiche", da cui il termine OFFICINALI.
Il lavoro, come facilmente intuibile, è in continuo aggiornamento proprio per le quantità e novità delle notizie reperibili per ogni erba, grazie agli studi ed alla ricerca incessante di nuovi fitocomplessi attivi da parte dell'industria farmaceutica, erboristica e cosmetica.
Le informazioni sono raccolte in una base-dati ed organizzate in modo enciclopedico ossia tramite schede monografiche di ogni pianta, consultabili da chiunque.
In ogni scheda i dati sono raggruppati in tre aree principali:
La raccolta delle Schede delle Erbe non è pensata per stimolare l'autoterapia -anche se con rimedi naturali- e non vuole sostituirsi alle adeguate figure professionali, alle quali compete diagnosi e prescrizione, né tantomeno pretende di considerarsi l'opera omnia nell'ambito della pratica erboristica, tuttavia, per la ricchezza e la varietà dei dati mostrati, può rappresentare un valido aiuto sia per il consumatore finale, sia per l'addetto ai lavori.
Un particolare risalto è stato attribuito alle potenziali tossicità della pianta ed alle interazioni o incompatibilità con altri farmaci o sostanze.
Altro punto a vantaggio di questo lavoro, nel suo complesso, è quello della possibilità di reperire notizie da riviste e pubblicazioni ufficiali (PubMed) con un solo passaggio e disporre in tal modo di tutti gli studi scientifici aggiornati su quella data pianta e sui suoi pricipi attivi.
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Analizzando i vari "criteri" di ricerca si può notare che il target non è esclusivamente quello dell'uso della pianta in fitoterapia, ma anche la determinazione del suo riconoscimento e dell'utilizzo in apicoltura.
Le medesime informazioni possono essere ricercate anche dall'applicazione per apparecchi mobili (smartphone e tablet) con SO Android.
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In erbeofficinali.org è possibile trovare notizie relative a circa 600 erbe e piante "officinali"1 per informarsi sull'efficacia terapeutica prima di recarsi in erboristeria o farmacia o per studio, lavoro o per semplice curiosità.
Per ogni erba studiata è presente una scheda strutturata in tre sezioni principali più immagini e foto:
Ogni sezione contiene diverse voci relative all'argomento principale.
Notare la struttura appena descritta per esempio nella scheda della MALVA.
Le informazioni tra le quali navigare sono proprio tante... ed allora come fare per cercare la nostra erba ma soprattutto quello che ci interessa tra le molte erbe disponibili?...
Aprendo la pagina delle ricerche raggiungibile sempre dal menu principale in alto:
In questa pagina sono disponibili alcune sezioni corrispondenti alle sezioni principali della scheda illustrate precedentemente. Ognuna di esse contiene i criteri con cui effettuare una ricerca mirata a ciò che desideriamo ottenere.
Vediamo un paio di esempi pratici ma se avete capito potete saltare questa parte ed utilizzare direttamente la pagina delle ricerche.
Esempio n.1: non siamo sicuri o non conosciamo il nome esatto dell'erba da cercare. Usiamo il criterio di ricerca per "SINONIMI" contenuto nella sezione delle ricerche per nome.
Si può notare che questa pagina di ricerca per nome presunto, permette di inserire un nome o parte di esso in una casella di testo e restituisce il o i link alle schede delle varie erbe che contengono il termine immesso che possono essere aperte visionando tutte le informazioni specifiche sull'erba selezionata.
Vedi il risultato di una ricerca con il termine "assenzio".
Esempio n.2: abbiamo bisogno di trovare dei rimedi per il nostro mal di gola (chiamato anche faringite).
Partiamo dalla nostra pagina di ricerca e scegliamo il seguente criterio: "FITOTERAPIA Ricerca le erbe a partire dalle proprietà e indicazioni terapeutiche". Nella pagina appariranno due sezioni con due caselle di immissione delle quali la prima permette di inserire il testo da cercare mentre la seconda è una casella a discesa contenente tutti i termini quindi permette la selezione della nostra chiave di ricerca. Avevamo detto che cercavamo qualcosa per il mal di gola? Bene, inseriamo "mal di gola" o "faringite" oppure selezioniamo uno dei due dalla casella a discesa.
Nella pagina risultante abbiamo varie informazioni:
-Descrizione del disturbo (FARINGITE E RINOFARINGITE)
-Link agli Organi interessati da quel disturbo
-Elenco delle erbe adatte ad alleviare i sintomi di quel disturbo
-Link alle composizioni di erbe formulate per quel disturbo.
(Interessante notare che davanti al link di ogni erba in elenco, viene mostrato un simbolo come per es. "ook" o "++" o "?" che sta ad indicare l'efficacia terapeutica di quella pianta per il disturbo. Tali simboli insieme a quelli usati per la tossicità vengono descritti nella pagina specifica della simbologia).
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1 Viene chiamata "officinale" quella pianta che, tradizionalmente (nelle antiche officine) o in base a moderni studi, viene utilizzata nelle sue varie forme estrattive, come rimedio e/o come medicina dolce preventiva e funzionale in caso di disturbi della salute e per alcune patologie.
"Erbe" è un nome comune generico usato per descrivere piccole piante nel terreno o parti verdi come per esempio fogliame o ciò che cresce in prati, nei sottoboschi, ai margini delle strade, negli orti e così via.
In questo contesto l'uso della parola erbe assume un ruolo più specifico, restringendo il campo ad un insieme di foglie, piante, spezie, arbusti, alberi, frutti, semi, radici ed altre parti di essi adatti a conservare in salute l'organismo umano (ma talvolta anche animale) e, in modo ancora più pertinente, aggiungeremo il termine officinali1 ovvero "usate nelle officine" -antiche cugine delle farmacie-. Da qui il nome del lavoro e del sito omonimo ovvero... ErbeOfficinali
Avendo svolto la professione di erborista per anni, per me è naturale trattare di erbe officinali ma immedesimandomi in una persona che non abbia mai frequentato questo mondo, potrei pormi varie domande: ma che ci devo fare di queste erbe, a cosa servono, perché dovrei interessarmene?
Benissimo! Sono interrogativi leciti. Tutti quanti abbiamo sentito parlare di erbe curative, di erboristeria, di cure naturali ecc. ma in effetti quanto ci abbiamo capito? Sapremmo forse descrivere le proprietà terapeutiche della Liquirizia o la parte utilizzata del Tiglio? o quale controindicazione potrebbe esserci nell'assunzione di Aloe?
Le incognite sono innumerevoli per chi non è un professionista del settore.
Lo studio che ho ed abbiamo intrapreso e portato avanti per anni non implica necessariamente una conoscenza scientifica nel visitatore che cerca rimedi naturali o informazioni nelle nostre "Schede delle Erbe Officinali"; non viene richiesta una cultura scientifica a tutte quelle persone semplicemente interessate o curiose e neppure a coloro che pensano... "non ci ho mai capito niente!".
Infatti la caratteristica interessante in questo studio su circa 600 piante consiste proprio nella presentazione delle informazioni relative ad ogni erba in maniera semplice e di istantanea comprensione. Ovviamente alcune sezioni riportano dati specifici strutturati per chi è più attento alle note scientifiche ma inseriti in un contesto esplicativo adatto a tutti.
Dunque il discorso sulle erbe che ci interessano è finalizzato al trattamento di disturbi in modo dolce e soprattutto preventivo, con chiari avvertimenti sulla tossicità, sulle interazioni e sulle controindicazioni che la tale pianta potrebbe avere perché, al contrario del luogo comune che "le erbe non fanno mai male", l'uso sconsiderato e senza conoscenza di estratti e derivati di piante può risultare tossico ed anche pericoloso in quei soggetti portatori di patologie o che assumano trattamenti farmacologici o in particolari condizioni fisiologiche (come per es. donne in gravidanza).
La buona norma da seguire sempre è quella della precauzione d'uso e di rivolgersi sempre al proprio medico per il suo parere.
Ogni organismo umano è un unicum nel quale molti fattori contribuiscono allo stato di salute e le risposte ad un certo trattamento fitoterapico sono assolutamente soggettive. Se il terapeuta è in grado di prescrivere rimedi vegetali mirati, la fitoterapia risulta efficace.
Dato per scontati questi concetti, la maggior parte delle erbe illustrate ed in particolare quelle contrassegnate da questi bollini verdi
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Alberto Tucci
Gennaio 2022
1 Viene chiamata "officinale" quella pianta che, tradizionalmente (nelle antiche officine) o in base a moderni studi, viene utilizzata nelle sue varie forme estrattive, come rimedio e/o come medicina dolce preventiva e funzionale in caso di disturbi della salute e per alcune patologie.
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