CARATTERISTICHE DEL MIELE... ⇩ ⇧
Quando si riesce a produrre un miele dove il nettare di Coclearia è dominante, le sue caratteristiche riflettono il profilo della pianta.
Colore: Il miele è di colore molto chiaro, quasi incolore o con una leggera sfumatura dorata.
Sapore: Il sapore è delicato e non molto intenso. Potrebbe avere un leggero retrogusto pungente o speziato, che ricorda le note aromatiche della pianta.
Aroma: L'aroma è sottile, con un profumo floreale leggero.
Cristallizzazione: Come i mieli di altre piante della famiglia delle Brassicaceae, tende a cristallizzare rapidamente, assumendo una consistenza cremosa e omogenea.
Nonostante non sia un miele diffuso, il suo nettare è una risorsa preziosa per le api, specialmente nelle zone costiere dove la pianta cresce spontaneamente.
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USO ALIMENTARE... ⇩ ⇧
Cruda: Le foglie fresche sono la parte più utilizzata. Possono essere aggiunte crude a insalate per dare un tocco piccante e un sapore che ravviva il piatto. Il loro utilizzo è consigliato soprattutto in primavera, quando le foglie sono più tenere.
Salse e condimenti: Le foglie tritate finemente possono essere mescolate con aceto, olio, e altre erbe per creare salse o condimenti per piatti di carne, pesce o verdure, in modo simile al pesto o al chermoula.
Zuppe e minestre: Sebbene il calore possa ridurne il contenuto di Vitamina C, le foglie possono essere aggiunte a fine cottura a zuppe e minestre per dare un sapore caratteristico.
Particolarità del sapore
Il sapore della Coclearia è forte e pungente, quindi è importante usarla con moderazione per non sovrastare gli altri sapori. È particolarmente adatta a piatti che richiedono una nota vivace e leggermente piccante, come quelli della cucina nordica o marinara, dove la pianta è più diffusa.
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NOTE VARIE E STORICHE... ⇩ ⇧
Il nome e l'uso celebre: Il nome Cochlearia deriva dal latino cochleare, che significa "cucchiaio", per via della forma delle sue foglie. L'aggettivo officinalis indica il suo uso medicinale. La pianta è storicamente famosa per la sua efficacia nella cura dello scorbuto, una malattia da carenza di Vitamina C che flagellava i marinai durante i lunghi viaggi in mare. L'erba cucchiaio era una delle poche fonti vegetali che poteva essere raccolta in Europa del Nord, e fu essenziale per la sopravvivenza di molti equipaggi.
La leggenda di Jacques Cartier: Si narra che l'esploratore francese Jacques Cartier, nel 1536, abbia salvato il suo equipaggio decimato dallo scorbuto in Canada grazie ai consigli dei nativi americani, che gli mostrarono una tisana a base di aghi di un albero di pino ricco di vitamina C. Sebbene non fosse Coclearia, la storia sottolinea l'importanza di queste piante per combattere la malattia.
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