Lycopodium Clavatum Var. Clavatum, Lycopodium Clavatum Var. Megastachyon Fernald & Bissett, Lycopodium Clavatum Var. Monostachyon Hook. & Grev., Lycopodium Clavatum Subsp. Contiguum (Kluk) Domin, Lycopodium Clavatum F. Megastachyon (Fernald & Bissett) B.Boivin, Lycopodium Clavatum F. Trichophorum (A.Br.) B.Boivin, Lycopodium Contiguum Kluk, Lycopodium Inflexum Palib., Lycopodium Preslii Grev. & Hook., Lycopodium Trichophorum A.Br., Stachygynandrum Clavatum (L.) C.Presl, Lycopodium Clavatum Var. Lagocephalum (Burch.) Tardieu, Lycopodium Clavatum Var. Serpentinum (Milde) Nyman.
PTERIDOFITA PERENNE CON FUSTI STRISCIANTI E RAMIFICATI, LUNGHI FINO A 1 METRO, RADICANTI AI NODI E CON RAMETTI ERETTI PORTANTI PICCOLE FOGLIE SQUAMIFORMI, LINEARI-LANCEOLATE, APPRESSATE E DI COLORE VERDE. LE FOGLIE SONO DISPOSTE A SPIRALE E TERMINANO CON UNA SOTTILE SETOLA BIANCA. GLI SPOROFILLI SONO RACCOLTI IN 1-3 SPIGHE SESSILI O PEDUNCOLATE ALL'APICE DI BREVI RAMETTI ERETTI, PIÙ DENSAMENTE FOGLIOSI. GLI SPORANGI SONO RENIFORMI E SI APRONO TRASVERSALMENTE PER LIBERARE NUMEROSE SPORE GIALLASTRE E POLVEROSE. I GAMETOFITI SONO SOTTERRANEI, TUBERIFORMI E MICOTROFICI, CON SVILUPPO MOLTO LENTO. LA RIPRODUZIONE È PREVALENTEMENTE PER SPORE, MA LA PROPAGAZIONE VEGETATIVA AVVIENE TRAMITE I FUSTI STRISCIANTI.
NON FIORISCE (PIANTA CRITTOGAMA), PRODUCE SPORE TRA LUGLIO E SETTEMBRE
COLORI OSSERVATI
________ GIALLO PALLIDO
________ GIALLO SENAPE
________ GRIGIO GIALLASTRO
Annotazione sui colori osservati
Il Lycopodium clavatum non produce fiori veri e propri. Essendo una Pteridofita, si riproduce attraverso spore, che sono contenute in speciali strutture chiamate sporofilli, raggruppate in strobili (che hanno una forma conica e sono comunemente scambiati per "fiori")
Predilige boschi radi di conifere e latifoglie, brughiere, praterie acide, pascoli alpini e subalpini, su suoli poveri, acidi, ben drenati e spesso sabbiosi o torbosi. Si adatta a climi temperati freddi e boreali, con buona umidità atmosferica. In Italia è presente soprattutto nelle regioni settentrionali e lungo l'Appennino, in ambienti boschivi aperti e praterie d'alta quota. La sua crescita è lenta e predilige zone indisturbate con suoli acidi. Le spore polverose, infiammabili, sono prodotte in spighe erette all'estremità di brevi rametti.
PROPRIETÀ E INDICAZIONI REGISTRATE Leggere attentamente tutte le sezioni della scheda prima di considerare le seguenti indicazioni valide per ogni utilizzo fitoterapico.
*Note e Bibliografia relativa a proprietà e indicazioni
Boericke W. Pocket Manual of Homoeopathic Materia Medica
European Medicines Agency (EMA). Assessment report on Lycopodium clavatum L.
Orhan I. E. Inhibitory effect of Lycopodium clavatum on cholinesterases and memory deficits
Radulovic N. S. Fatty acids and alkaloids from Lycopodium clavatum
U.S. Department of Agriculture. Fire Effects Information System (FEIS) on Lycopodium clavatum
Uso Tradizionale (Sconsigliato): Storicamente, la pianta è stata utilizzata per via interna come diuretico, per trattare calcoli renali, gotta, reumatismi e problemi epatici. Veniva anche impiegata per fermare emorragie.
Realtà Scientifica: La scienza moderna non supporta questi usi a causa della comprovata tossicità della pianta. I suoi alcaloidi sono potenzialmente epatotossici e nefrotossici, rendendo paradossale il suo storico impiego per fegato e reni. L'unico uso tradizionale che trova una base nelle proprietà fisiche reali della pianta è quello topico delle spore come polvere assorbente e protettiva per la pelle, sebbene oggi sia stato sostituito da prodotti più sicuri.
In sintesi, non esistono proprietà fitoterapiche validate scientificamente per un uso medicinale interno di Lycopodium clavatum. Il suo unico utilizzo sicuro e riconosciuto è limitato al campo omeopatico (dove la tossicità è annullata dalle alte diluizioni) e a quello tecnico-industriale per le sue spore.
La polvere del Licopodio può servire per uso esterno come talco sulle pelli arrossate per il suo effetto calmante
CONTROINDICAZIONI IPERSENSIBILITÀ ACCERTATA ALLE SPORE, FERITE CUTANEE ESTESE (PER USO TOPICO), MALATTIE POLMONARI CRONICHE (BPCO, ASMA), GRAVIDANZA (PRECAUZIONALE)
AVVERTENZE EVITARE L'INALAZIONE DIRETTA DELLE SPORE, UTILIZZARE MASCHERINA DURANTE LA MANIPOLAZIONE, NON APPLICARE SU MUCOSE OCULARI/NASALI, CONSERVARE IN CONTENITORI SIGILLATI (IGROSCOPICITÀ), LIMITARE L'USO COME ECCIPIENTE A FORMULAZIONI ESTERNE.
(Farmaci o sostanze da evitare per interazioni avverse o incompatibilità farmacologiche)
EPATOTOSSICI
NEFROTOSSICI
Sinergie tra LICOPODIO e altre piante non rilevate o non ancora ampiamente documentate
Antagonismi e Effetti Indesiderati tra LICOPODIO e altre piante non rilevati o non ancora ampiamente documentati
Boericke W. Pocket Manual of Homoeopathic Materia Medica
Farmacopea Francese X - Omeopatia
European Medicines Agency (EMA) - Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC)
Barnes J., Anderson L.A., Phillipson J.D. Herbal Medicines
(Basate su evidenze scientifiche e sicurezza d'uso)
L'uso della pianta in forma non omeopatica (es. estratto idroalcolico concentrato, tisana) è sconsigliato a causa della presenza di alcaloidi potenzialmente epatotossici e nefrotossici.
ANNOTAZIONI, RICERCHE E BIBLIOGRAFIA
PROPRIETÀ DEGLI ALCALOIDI NELLE PIANTE OFFICINALI:
Meccanismi di difesa: Le piante producono alcaloidi come meccanismo di difesa contro erbivori e patogeni. Il loro sapore amaro e la potenziale tossicità dissuadono gli animali dal mangiarle.
Attività biologica: Gli alcaloidi possono interagire con diversi sistemi fisiologici negli animali e nell'uomo, producendo una vasta gamma di effetti. Questi effetti dipendono dalla struttura chimica specifica dell'alcaloide e dal dosaggio.
Usi terapeutici: Molti alcaloidi hanno importanti applicazioni terapeutiche. Alcuni esempi includono:
Analgesici: Morfina e codeina (dal papavero da oppio)
Antimalarici: Chinina (dalla corteccia di china)
Stimolanti: Caffeina (da caffè e tè), nicotina (dal tabacco)
Anticolinergici: Atropina e scopolamina (dalla belladonna e dallo stramonio)
Antitumorali: Vinblastina e vincristina (dalla pervinca del Madagascar)
Antibatterici e antispasmodici: Berberina (dal crespino)
Tossicità : Molte piante contenenti alcaloidi sono potenzialmente tossiche e devono essere usate con cautela e sotto controllo medico. La dose terapeutica di alcuni alcaloidi è molto vicina alla dose tossica.
Esempi di piante officinali contenenti alcaloidi:
Papavero da oppio (Papaver somniferum): Contiene morfina, codeina e altri alcaloidi con proprietà analgesiche e sedative.
China (Cinchona officinalis): Contiene chinina e chinidina, usate come antimalarici e antiaritmici.
Belladonna (Atropa belladonna): Contiene atropina e scopolamina, con effetti anticolinergici.
Stramonio (Datura stramonium): Contiene scopolamina e atropina, potenti allucinogeni e anticolinergici. L'uso è estremamente pericoloso.
Caffè (Coffea arabica) e Tè (Camellia sinensis): Contengono caffeina, uno stimolante del sistema nervoso centrale.
Tabacco (Nicotiana tabacum): Contiene nicotina, uno stimolante e sostanza che crea forte dipendenza.
Crespino (Berberis vulgaris): Contiene berberina, con proprietà antibatteriche, antinfiammatorie e antispasmodiche.
Pervinca del Madagascar (Catharanthus roseus): Contiene vinblastina e vincristina, usate nella chemioterapia contro alcuni tipi di cancro.
Cicuta maggiore (Conium maculatum): Contiene coniina, un alcaloide molto tossico che agisce sul sistema nervoso.
Aconito (Aconitum napellus): Contiene alcaloidi tossici che possono causare arresto respiratorio.
Importanza e cautele: Gli alcaloidi rappresentano una vasta e importante classe di composti presenti nelle piante officinali, con una vasta gamma di attività farmacologiche. Tuttavia, è fondamentale ricordare che molte piante contenenti alcaloidi sono tossiche e il loro uso deve essere fatto con grande cautela e preferibilmente sotto la supervisione di esperti in fitoterapia o medici. L'automedicazione con piante ad alto contenuto di alcaloidi può essere pericolosa.