 
Dott. Giuseppe Nacci (C.v.)
Medico-Chirurgo
Specialista in Medicina Nucleare
Dirigente Sanitario Regionale Guardia di Finanza del Friuli Venezia Giulia
Fra tutti i farmaci, fito-farmaci e principi attivi menzionati in questo capitolo, è di rilievo sottolineare l'impiego recente in Medicina di una particolare pianta, nota fin dall'antichità per le sue virtù terapeutiche: l'Aloe (146, 149, 164, 179, 189, 211, 225, 267, 273, 314, 333, 372, 387, 388, 392, 393, 465, 487, 499).
Delle circa 250 varietà note, particolare interesse
      scientifico ha di recente rivestito l'Aloe arborescens, ritenuta migliore
      rispetto alle altre varietà di pianta, fra cui l'Aloe vera.
      Rispetto a quest'ultima, infatti, l'Aloe arborescens presenta una
      concentrazione di principi attivi più elevata, pari ad almeno tre volte,
      e risulta inoltre più resistente ai nostri climi.
I principi attivi contenuti sono circa un centinaio. Delle sostanze note, accanto a quasi tutti gli aminoacidi essenziali, a molte vitamine, all'acido acetilsalicilico, alla Colina, e a diverse forme di lipidi, l' Aloe contiene anche dei rari sali minerali: lo Zinco, il Manganese, il Ferro, il Germanio, il Cromo, il Magnesio, il Boro, il Selenio, con implicazioni importanti, quindi, per diverse patologie umane: tra queste, gran parte delle patologie degenerative, del ricambio, o da cause carenziali. L'Aloe arborescens tende così a rinormalizzazione i parametri biochimici e funzionali dell'organismo in un tempo-finestra variabile da 2 a 6 mesi:
1) Regolarizzazione della pressione parziale di
      anidride carbonica nel sangue.
      2) Regolarizzazione dei valori del Glucosio ematico, soprattutto in
      pazienti diabetici
      3) Diminuzione dei Trigliceridi.
      4) Regolarizzazione del Colesterolo totale con aumento del rapporto
      HDL/LDL.
      5) Normalizzazione della Bilirubina.
      6) Normalizzazione dell'acido urico.
      7) Regolarizzazione Na / K, Ca / Mg.
      8) Aumento dell'Emoglobina.
      9) Protezione gastro-enterica, epatica, pancreatica e renale.
      10) Attivazione delle difese immunitarie per infezioni acute.
      11) Riequilibrio linfocitario in malattie infettive croniche (epatite C,
      HIV / AIDS).
      12) Protezione anti-ossidativa del DNA dagli effetti delle radiazioni
      ionizzanti.
      
In particolare, acquistano particolarmente valore
      alcune sostanze efficaci nella cura dei tumori (146, 161-163, 179, 211,
      314, 333, 372, 387-389, 442, 487, 499), come gli Antrachinoni Aloina A,
      Aloina B, ed Emodina; i Polisaccaridi, fra cui l'Aloe-mannano; le lecitine
      ATF1011 e Alexin B.
      
      Queste sostanze possono essere sostanzialmente suddivise in 2 gruppi di
      azione anti-tumorale:
      
1) Stimolazione immunitaria (argomento specifico di
      questo paragrafo ( cap.4.b)
      2) Induzione di Apoptosi (Emodina-Aloe: vedi cap.5.e).
      
1). gli Antrachinoni Aloina A ( Aloctin A, Alo-A) e
      Aloina B (altrimenti chiamata Barbaloina), sono contenuti nella parte
      esterna della foglia, e sono caratterizzati dalle note proprietà
      lassative, battericide e anti-infiammatorie, in ogni caso con dose massima
      tollerabile di tutta sicurezza, poiché pari a di circa 10 mg / kg, senza
      quindi rischio di danno reale per il paziente. La loro importanza riposa
      sul fatto che essi inducono elevata attività replicativa nei linfociti T
      citotossici e sui Natural Killer, in maniera paragonabile ad altri fattori
      attivi già noti. In particolare, l' Aloctin A, (Alo-A) induce attivazione
      di IL-2, IL-3 e IFN-gamma alle concentrazioni minime di 10 microgrammi /
      mL (211). Avrebbe inoltre la caratteristica di attivare il Complemento
      lungo la Via Alternativa (389,162);
      
      2). I Polisaccaridi, di particolare struttura biochimica, sono
      caratterizzati da un'estrema facilità di assorbimento da parte dei villi
      intestinali del paziente (se non chemio-trattato).
      Non sono mucopolisaccaridi, poiché non contengono gruppi azoto;fra essi,
      particolare valore riveste l'Aloe-mannano, che agisce in funzione
      antigenica, ricordando almeno in parte l'azione del beta-Glucano (cap.4.d):
      strutturalmente, è una lunga catena acetilata e idrosolubile formata da
      Mannosio e Glucosio in un rapporto stechiometrico di circa 6 a 1. Come
      molecola estranea antigenicamente all'organismo, e poiché dotata, a causa
      della sua particolare conformazione polisaccaridica, di elevata capacità
      di assimilazione da parte dei villi intestinali, essa spiega, pur in
      considerazione della sua relativamente scarsa concentrazione, la sua buona
      capacità d'induzione di risposta immunitaria da parte dei linfociti T
      gamma-delta ben presenti nelle circa 150 stazioni linfonodali
      dell'intestino, con successiva induzione di Cascata Immunitaria (linfociti
      T sensibilizzati ad azione citotossica diretta [Tc], linfociti Killer
      [azione citotossica cellulo-mediata anticorpo-dipendente], linfociti
      Natural Killer [azione citotossica cellulo-mediata non
      anticorpo-dipendente], o da monociti-macrofagi…): una Cascata
      Immunitaria che sembrerebbe caratterizzata, a distanza di 1-2 mesi
      dall'inizio delle somministrazioni orali del composto di Aloe arborescens
      (rapporto 1 a 2 fra tritturato fresco di Aloe e Miele, vedi cap. 21) da un
      quadro di Peritonismo diffuso a partenza gastrica, ileo-cecale o epatica,
      della durata di quasi una settimana, seguito da successivo picco ematico
      di linfociti in assenza di incremento di altri sotto-gruppi di globuli
      bianchi (osservazioni personali dell'autore del presente lavoro).
      
      3) ATF1011
      E' una lectina che si lega alla superficie di cellule tumorali, inducendo
      poi l'attivazione di Linfociti citotossici contro di esse (499).
      
      4) Alexin B
      La lecitina Alexin B è stata testata con esito positivo sulla leucemia
      linfocitica (442).
      
Nella terapia anti-neoplastica, è di vitale importanza
      scegliere preparati fito-terapici a base di Aloe che corrispondano ai
      seguenti 10 requisiti (stimati dall'autore del presente lavoro), pena il
      fallimento della terapia, almeno come viene intesa per gli scopi di questo
      lavoro.
1). Il preparato dev'essere fatto con Miele biologico
      di elevatissima qualità, evitando quindi nella maniera più assoluta il
      Miele "millefiori": prodotto di scarto degli altri Mieli. Il
      Miele riveste importanza primaria poiché veicolante sui delicatissimi
      linfociti T gamma-delta le diverse sostanze immuno-modulanti dell'Aloe (Aloina,
      Aloe-mannano, Zinco), in considerazione quindi dell'estrema vulnerabilità
      di queste delicatissime cellule immunitarie, e da cui dipende, in
      sostanza, l'intera Cascata Immunitaria di risposta al tumore (linfociti T
      citotossici, Killer, Natural Killer, macrofagi, granulociti, etcc..). Lo
      stesso Miele, se di scarsa qualità, può veicolare ai delicatissimi
      linfociti T pericolose sostanze chemio-tossiche di scarto (es..
      pesticidi).
      Inoltre, il Miele veicola l'Emodina, le vitamine e i sali minerali,
      facilmente inattivabili anche da poche tracce di sostanze tossiche come
      soprattutto Cloro, Fluoro, Ferro, Rame e Allume (contenuto spesso in
      prodotti farmaceutici), ma anche: Cadmio, pesticidi, fertilizzanti,
      conservanti, additivi chimici).
      
2). Il preparato dev'essere costituito da foglie intere di Aloe, e non dal
      solo gel, poiché la morfologia della foglia consta di tre ben diversi
      tessuti, tutti farmacologicamente utili: la cuticola esterna, di colore
      verde appuntita sui bordi laterali, formata da fibre di cellulosa, lo
      strato intermedio periciclico, sede della linfa giallastra e amara (da cui
      derivano gli Antrachinoni Aloina A e B e la stessa Emodina, anch'essa un
      Antrachinone), e infine il tessuto spugnoso interno costituito dal vero e
      proprio gel (da cui derivano i polisaccaridi, fra cui l'Aloe-mannano).
      
3). Le foglie devono essere tolte da piante di almeno 3-4 anni di vita,
      escludendo accuratamente le foglie centrali, cioè quelle formate con
      maculature chiare, e anche le foglie più vecchie se troppo ingiallite,
      rinsecchite o guaste.
      Non devono essere utilizzate quindi piante giovani con foglie con
      maculature chiare.
      
4). Le foglie devono essere tagliate alla base, eliminando la punta, la
      stessa base e le spine laterali, compreso il bordo longitudinale di 4-5
      millimetri.
      Ogni foglia così preparata dev'essere tagliata trasversalmente in fette
      di 2 centimetri.
      
5). I pezzi di foglia devono essere frullati con Miele biologico e liquore
      (secco, distillato, non fermentato, di buona qualità, senza additivi,
      come ad esempio: Grappa, Acquavite, Cognac, Whishy) in apparecchio
      costituito di materiale adatto, privo di Alluminio o Ferro (poiché
      inattivano la vitamina E e altre sostanze contenute): il frullatore
      potrebbe essere costituito forse da Acciaio inox (studi attualmente in
      corso); dev'essere sterilizzato al calore, senza impiego di disinfettanti
      chimici o altro, fra cui ad esempio il Cloro (quest'ultimo disattiva,
      anche se presente in tracce, diversi composti attivi dell'Aloe).
      
6). Il rapporto in peso fra foglia e Miele dev'essere di 1:2 nel caso di
      Aloe arborescens; invece, il rapporto fra foglia e Miele dev'essere di 3:2
      nel caso di Aloe vera, poiché quest'ultima è 3 volte meno ricca di
      principi attivi rispetto all'Aloe arborescens. Così, ad esempio, con
      50-60 grammi di foglia di Aloe arborescens si aggiunge Miele puro (da
      100-120 grammi circa, fino ad un massimo di 150-200 grammi circa).
      
      Viceversa, con l'Aloe vera (di cui comunque se ne sconsiglia l'uso),
      bisognerà raccogliere almeno 150-180 grammi di foglie di Aloe prima di
      aggiungere Miele puro (da 100-120 grammi circa a 150-200 grammi circa).
      In entrambi i casi, si aggiungerà quindi il liquore, pari a 5-12 cc, fino
      ad ottenere una crema omogenea.
      
7). Si ritiene corretto aggiungere alla mistura, già preparata in crema,
      Bis-carbossietile Germanio sesquiossido (Germanio organico) oppure
      aggiungere Germanio inorganico direttamente nel terreno sabbioso, essendo
      comunque noto che l'arricchimento con Germanio aumenta le capacità
      terapeutiche della pianta, dati i vantaggi riconosciuti di questo
      elemento.
      Nota: il Germanio inorganico è tossico. Se assimilato dalla piante
      diventa organico (non più tossico).
      
8). Versare il prodotto in contenitore di vetro, tapparlo accuratamente,
      scrivere la data di preparazione e riporlo a circa 4 gradi centigradi
      (temperatura standard di un frigorifero), coperto dalla luce (i fattori
      attivi vengono disattivati rapidamente alla luce e alla temperatura
      normale).
      
9). Anche se tenuto al buio e al freddo, decade in poche settimane dei
      suoi principi attivi.
      Pertanto se ne consiglia il consumo entro 1-2 mesi al massimo dalla
      preparazione.
      
10). L'Aloe arborescens contiene i principi attivi in percentuale più
      elevata rispetto all'Aloe vera. Pertanto si consiglia la coltivazione
      dell'Aloe arborescens (fiore arancione), rispetto all'Aloe vera.
      Possibilmente su terreno mischiato con sabbia.
      Secondo l'autore del presente lavoro, i diversi
      cucchiai di Aloe arborescens con Miele biologico dovranno essere presi nei
      tre soliti orari consigliati (mezz'ora prima di colazione, mezz'ora prima
      di pranzo, mezz'ora prima di cena).
      L'Aloe arborescens è stata anche sperimentata al dosaggio di 2 cucchiai
      grandi ogni 2-3 ore, per un totale di 18-20 dosi giornaliere, per i casi
      più gravi.
      Nel “Protocollo NACCI”, l'Aloe arborescens dovrà comunque essere
      integrata con 10-15 portate di Frutta fresca e di Verdure fresche crude,
      1-2 grammi di Ganoderma lucidum, 1-2 grammi di gambo di Ananas sativus (Bromelina)
      con 5-6 semini (vitamina B 17) amari (< 3 se bambini) di Prunus
      armeniaca (o spinosa, o avium, o domestica), pasta biologica e,
      possibilmente, 250 milligrammi almeno di Germanio organico.
      
Nota: per tutte le forme di Aloe coltivate, foglie e derivati, bisogna prestare attenzione ai diversi tipi di pianta, ricordando che l 'Aloe vera contiene principi attivi ridotti di circa 1/3 rispetto all'Aloe arborescens. In particolare, bisogna prestare attenzione a partite di foglie derivate da piante non idonee, come la ben nota "Aloe del Natal", una sofisticazione grave del prodotto, poiché contenente Omonataloina: C10-glucosidi del 1,7-diidrossi-8-metossi-3-metilantrone (580).
L’Aloe arborescens contiene quindi circa un centinaio di principi attivi, comprendendo fra essi aminoacidi essenziali, vitamine, sali minerali e altri oligo-alimenti. Ma contiene, soprattutto, sostanze particolarmente efficaci nella cura dei tumori, in particolare l'Emodina-Aloe un antrachinone fluorescente induttore di Apoptosi selettiva verso le sole cellule tumorali.
Tabella 4
Concentrazione di Emodina-Aloe (nanogrammi equivalenti / grammo di peso netto) in vari organi e tessuti di ratti maschi e femmine, a diversi tempi dalla somministrazione orale di 4,5 mg / kg ( 5,6 MBq / kg) di Aloe-Emodina marcata con Carbonio 14, in una media di 3 ratti per ogni valore.
Organi Nano grammi equivalenti / grammo
3 ore 6 ore 12 ore 24 ore 48 ore 96 ore
      Sangue 164.7 131.1 41.2 15.4 15.5 10
      Plasma 312 300,4 78 32,1 28,6 13,7
      Carcassa 83 448,6 91,6 23,5 24,3 9,5
      Fegato 671 550 134 86 146 77
      Reni 1.736 1.396 1.432,8 1.469 701 608
      Polmoni 111 104,3 29,1 12,1 13,1 7,7
      Cuore 64,5 67,8 20,8 11 17,1 8,5
      Milza 30,4 30 Non valutato Non valutato 10,6 Non valutato
      Cervello 10,1 7,8 Non valutato Non valutato Non valutato Non valutato
      Pelle 62,5 50,6 23,1 9 10,5 20,2
      Muscolo 22,4 20,5 6,2 Non valutato 4,2 Non valutato
      Linfonodi 94,5 109,4 28,5 18,6 27,4 Non valutato
      Pancreas 40 46 10,8 Non valutato Non valutato Non valutato
      Timo 38,6 41,6 11,7 Non valutato 14,7 Non valutato
      Surreni 67,4 62 33,7 Non valutato Non valutato Non valutato
      Testicoli 30 37,2 16,2 5 6,5 4
      Stomaco 42.424,3 58.612 573,2 Non valutato 30 Non valutato
      Intest. tenue 12.247,6 12.094,5 1.001,3 107,5 19,6 3,6
      Ceco 140.707,7 98.816 10.380,1 1.582 835,3 14
      Colon 94.908,4 19.781 8.680 Non valutato 1.035,6 63
      Retto 110.785,1 178.717,7 18.317,1 5,405,7 932 41,3
      Occhi 18,5 14,6 4,6 Non valutato Non valutato Non valutato
      Osso 26,3 37,3 12 Non valutato Non valutato Non valutato
      Tratto da: Pharmacology, 47, suppl. 1, pp. 110-119, 1993
      
L'Emodina induce l’Apoptosi nella cellula
      neoplastica, mediante l’attivazione di enzimi proteolitici
      intracellulari, denominati caspasi 3, 8 e 9, che provocano degradazione
      per proteolisi di un fattore della trascrizione, denominato Sp1 (247).
      Alterando questa trascrizione basale cellulare, si provoca la morte della
      cellula tumorale per Apoptosi.
      Tale azione (333), avviene per diversi tipi di tumore, già a
      concentrazioni minime pari a 1-13 micromoli/litro (1-13 nanomoli/mL);
      (vedi tabella 4). Più precisamente, la dose letale nel 50% è di 1
      nanomole / mL nel caso del Neuroblastoma, e di 13 nanomoli/ mL nel caso
      del sarcoma di Ewing.
      Sembrerebbero invece refrattati all'induzione di Apoptosi: i tumori
      epiteliali, il carcinoma della cervice, il colon carcinoma, la leucemia a
      cellule T.
      Da fonti bliografiche non disponibili sembrerebbero invece rispondere bene
      il melanoma, il mieloma multiplo, il glioma, e alcuni tipi di carcinomi e
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